Violenza sessuale alla stazione di Pozzallo. Teste: “l’imputato era in campagna da me”

TribunaleUn teste fornisce l’alibi ad uno degli imputati, accusati di avere violentato una ragazza, dopo averla minacciata, alla stazione ferroviaria di Pozzallo. “Mio nipote – ha detto – già alle 4,30 di mattina era da me perché doveva aiutarmi nella raccolta delle carrube, quindi non poteva essere sul luogo della violenza”. Della vicenda si sta occupando il Collegio Penale del Tribunale di Modica. I fatti sarebbero avvenuti il 16 agosto del 2008 e sono stati confermati, nella precedente udienza, da un teste che aveva visto la ragazza in stato confusionale. I presunti responsabili sono A.M., 31 anni, sciclitano, difeso dall’avvocato Rinaldo Occhipinti, e G.I., 38 anni, pozzallese, difeso dall’avvocato Tiziana Boscarino. La giovane vittima. C.C., costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Carmelo Floridia, dal canto suo era stata un po’ discordante rispetto ai verbali dei carabinieri. Secondo l’accusa i due avrebbero agganciato la giovane a Pozzallo, le avrebbero somministrato delle bevande alcoliche e poi le avrebbero fatto fumare degli spinelli per stordirla e costringerla ad avere rapporti sessuali. L’avrebbero portata presso la stazione ferroviaria di Pozzallo(oramai abbandonata)dove il pozzallese l’avrebbe colpita con calci e pugni e poi l’avrebbe bloccata mentre l’amico avrebbe consumato il rapporto sessuale completo. Poi le parti si sarebbero invertite. Il tutto si sarebbe svolto sotto la minaccia di morte tramite un coltello a serramanico. I due sono accusati di violenza sessuale aggravata in concorso, minacce e porto di coltello di genere vietato.

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