Giornata decisiva quella di domani per il futuro del Comune di Modica. Il sindaco, Antonello Buscema, dovrà presentarsi davanti alla Corte dei Conti di Palermo per chiarire alcuni aspetti della gestione finanziaria dell’ente. Anche tra qualche amministratore di Palazzo San Domenico c’è la forte convinzione che l’audizione del primo cittadino nel capoluogo siciliano sia determinante circa la dichiarazione o meno del dissesto finanziario. E c’è già chi tra politici e dipendenti comunali comincia ad approfondire i termini della legge che regolamenta lo stato di dissesto finanziario. A livello politico, gli amministratori che la Corte dei Conti dovesse riconoscere responsabili, anche in primo grado, di danni da loro prodotti, con dolo o colpa grave, nei 5 anni precedenti il verificarsi del dissesto, non potrebbero ricoprire, per un periodo pari al quinquennio, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentate di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati ove la Corte, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto. Ciò significa che ci andrebbero di mezzo i precedenti amministratori e, per una piccola parte, anche gli attuali. Sotto l’aspetto dei dipendenti, rischierebbero circa 150 lavoratori che sarebbero collocati “in disponibilità”(la media sarebbe calcolata sulla base di 1 dipendente ogni 159 abitanti). I dipendenti di ruolo da mantenere sarebbe circa 330 contro gli attuali circa 480(esclusi i contrattisti). Ad essi sarebbero applicate le disposizioni integrate dai contratti collettivi di lavoro in tema di eccedenza di personale e di mobilità collettiva o individuale. Il Ministero dell’Interno, in questi casi, assegna all’ ente locale per il personale posto in disponibilità un contributo pari alla spesa relativa al trattamento economico con decorrenza dalla data della deliberazione e per tutta la durata della disponibilità. Analogo contributo, per la durata del rapporto di lavoro, sarebbe corrisposto anche all’ente locale presso il quale il personale in eccedenza sarebbe assunto in servizio. Quali i “pesi” principali per la collettività? Il consiglio dell’ente o il commissario nominato è tenuto a deliberare per le imposte e tasse locali di spettanza dell’ente stesso, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita, nonché reddituali, agli effetti dell’applicazione dell’imposta comunale per l’esercizio di imprese, arti e professioni, che determinano gli importi massimi del tributo dovuto. Tutto per una durata minima di cinque anni, non revocabile
MODICA. AD UN PASSO DAL DISSESTO. DOMANI IL SINDACO DAVANTI ALLA CORTE DEI CONTI DI PALERMO. QUALI CONSEGUENZE?
- Febbraio 10, 2009
- 9:54 pm
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