Simona Pitino, candidata a sindaco di LiberaModica: “La variante Prg approvata dal commissario certifica il fallimento della giunta Buscema”

simona pitinoLa recente adozione della variante del Piano regolatore generale ha suscitato diffusi sentimenti di plauso e di apprezzamento che a Simona Pitino, candidata a sindaco per il movimento LiberaModica sembrano una fuga dalla realtà ed un mero esercizio di mistificazione. “Il provvedimento infatti vede la luce, dopo una “gestazione” di oltre trent’anni – spiega – solo grazie all’intervento di un “padre” innaturale che sancisce il fallimento politico dell’amministrazione uscente e della maggioranza che la sostiene.
La città è stata scippata del diritto di assumere, attraverso i propri rappresentanti democraticamente eletti, scelte cruciali sui temi più importanti del proprio futuro: la pianificazione urbanistica è quanto di più decisivo possa esserci nella qualità della vita di una comunità, tanto più se in un territorio così ricco di tesori, bellezze e caratteristiche distintive che vanno – anzi, andavano – preservati.
Infatti è grave che la variante del vecchio piano regolatore generale, del tutto superato e da lungo tempo scaduto, sia stata approvata da un commissario nel chiuso di una stanza, anziché dal consiglio comunale attraverso un confronto pubblico e aperto. Ma lo è ancora di più il fatto che ciò sia accaduto con più che decennale ritardo e a causa dell’inadempienza del consiglio comunale e dell’incapacità dell’amministrazione di tener fede agli impegni assunti cinque anni fa.
Questo ritardo ha avuto un duplice impatto devastante sulla città.
Infatti, da una parte le ha rubato per un tempo molto lungo – certamente gli ultimi dodici anni, quelli in cui sono state in carica le giunte Torchi e Buscema – la possibilità di vivere secondo una “regola” urbanistica che tutelasse il suo diritto ad uno sviluppo armonico, equilibrato, improntato al rispetto di norme finalizzate a salvaguardare la sua identità, la sua vocazione e, quindi, la sua ricchezza che è patrimonio di tutti i cittadini nel succedersi delle generazioni.
Questo ritardo, d’altra parte, nel vuoto di norme e di vincoli, ha consentito, favorito e determinato l’aggressione selvaggia e sistematica del territorio, attraverso lo strumento delle varianti richieste dai privati e loro concesse, innumerevoli volte, con regolare, supina acquiescenza verso interessi contrapposti a quelli, pubblici e generali, della città.
In questi dodici anni, se vogliamo stare ai fatti, ha dettato legge un “partito trasversale del cemento” che – non sappiamo in virtù di quale meccanismo – è pienamente riuscito ad omologare in tutto e per tutto i comportamenti, le scelte, gli atti, sia delle amministrazioni di centrodestra guidate da Torchi che della giunta Pd-Mpa, e ovviamente delle rispettive maggioranze. Ciò è sancito in modo incontestabile dalla piena analogia e dalla totale continuità dei risultati.
Non sappiamo se a determinare tutto ciò sia stata una regìa unica. E’ certo però che unico sia stato il copione, recitato nello stesso identico modo da maggioranze e amministrazioni in apparenza così diverse: consiglieri comunali si dichiarano incompatibili in quanto portatori di interessi privati in conflitto con quello generale (spesso senza svelare quale sia l’interesse privato, che in alcuni casi quindi potrebbe non sussistere ed essere solo un pretesto per scippare la città di una decisione a sua tutela e per assecondare appetiti e affari speculativi) impedendo così all’organismo rappresentativo della città di pronunciarsi sugli interessi della città stessa. Entra in scena quindi un commissario nominato dalla Regione e il risultato, ancora una volta, è il nulla di fatto. Tutto ciò è avvenuto, sistematicamente e ininterrottamente, per dodici anni, fino a poche settimane fa.
E’ avvenuto ed è sotto gli occhi di tutti, nonostante proprio il sindaco Buscema, cinque anni fa, da candidato, avesse assunto l’impegno verso la città che nel suo schieramento non ci sarebbero stati consiglieri incompatibili con le deliberazioni in materia urbanistica. Purtroppo ci sono stati anche nel suo schieramento e sono stati decisivi nel determinare, finora, il vuoto di regole nel quale hanno potuto scorazzare affaristi e speculatori che hanno saccheggiato, deturpato e devastato il territorio, alimentando le proprie ricchezze private e impoverendo la città.
Tutto ciò è ancora più grave dal momento in cui il ricavato dagli oneri di urbanizzazione non è sottoposto a vincoli di destinazione. Ciò significa che le amministrazioni hanno svenduto il territorio per fare cassa, per finanziare le spese correnti, anche le più frivole e inutili. Questa è una responsabilità gravissima per la quale chiunque nei dodici anni l’abbia condivisa, anche solo in piccola parte senza levare un grido pubblico di protesta e di denuncia di questo sistema perverso, è da bollare come nemico della città e va allontanato definitivamente dal luogo in cui vengono prese le decisioni sulla vita e sul futuro dell’intera comunità.
Tutto ciò, dicevo, è avvenuto e nessuno può negarlo. I dubbi possono riguardare solo il perché: non so francamente se augurarmi che la risposta risieda nel gravissimo deficit culturale e politico di sindaci, assessori e consiglieri comunali incapaci di cogliere il nesso causale tra la propria condotta e le conseguenze disastrose che essa ha determinato, o se ci sia dell’altro!
Ai posteri – o alla magistratura – l’ardua sentenza. Io, comunque, con questa mia riflessione, che vuole essere anche un appello accorato, non intendo interpellare né gli uni, né l’altra, ma rivolgermi esclusivamente ai cittadini di oggi ed a tutte le persone oneste e sagge che hanno a cuore il futuro dei loro figli e dei giovani tutti, affinché prendano coscienza del danno gravissimo che hanno ricevuto e della necessità di voltare pagina, radicalmente.
Mai più un sindaco, assessori o consiglieri comunali in “conflitto di interessi” con la città e incapaci di ripristinare con fermezza la tutela del territorio! Chi è “incompatibile” con le decisioni finalizzate al bene della città non può essere candidato e, se candidato, non deve essere votato. Basta con lo spettacolo indegno offerto dalle amministrazioni e da maggioranze consiliari negli ultimi dodici anni!
Per tutto ciò sono rimasta veramente molto sorpresa dinanzi ai sentimenti di giubilo per il fatto che, finalmente, il commissario (!) aveva approvato la variante del Prg. L’amministrazione comunale, anziché dichiararsi soddisfatta dovrebbe chiedere scusa alla città, dando, magari, qualche spiegazione plausibile e convincente del proprio operato omissivo e fallimentare, in totale continuità con quello della giunta precedente.
Con delusione ed amarezza ho dovuto prendere atto altresì che il Pd non solo non ha mai fatto autocritica rispetto alla devastazione del territorio provocata anche , dopo le precedenti, dall’amministrazione di cui ha avuto la maggiore responsabilità politica, ma, addirittura, anche per il futuro, ha puntato sulla continuità dei programmi (la stessa che, stando ai fatti, rimanda al 2002 e alle maggioranze di centrodestra) al punto da avere scelto come proprio candidato uno dei suoi assessori all’urbanistica.
Come avrebbe potuto LiberaModica ricercare alleanze con chi – il Pd innanzitutto – non solo è responsabile di tutto ciò, ma, nei fatti e nelle scelte compiute anche per il futuro, si muove approvando il proprio operato e “promettendo” (più che una promessa sarebbe una minaccia” per la città!) di continuare sulla stessa strada?
E agli altri che lanciano appelli all’aggregazione, dico: LiberaModica sarebbe felice di unire il proprio impegno a quello di chiunque voglia servire la città, ma ciò è possibile solo nella chiarezza dei programmi, cioè nell’intesa sulle cose da fare, perché LiberaModica è nata per colmare un vuoto di rappresentanza degli interessi generali della città e per proporre un progetto di governo a tutela esclusiva dei beni comuni contro, come in materia urbanistica, l’aggressione affaristica che dura da troppo tempo. La riflessione e l’analisi che ho proposto è un esempio concreto. Chi è d’accordo lo dica con chiarezza. Diversamente si astenga dall’auspicare intese impossibili che farebbero torto, innanzitutto, all’intelligenza dei cittadini e al loro diritto alla chiarezza, alla verità, alla dignità”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa