MODICA ALTA. NASCE IL MUSEO DELLA POESIA NEL PALAZZO CHE OSPITO’ PAOLO ORSI. E’ LA CASA MUSEO DI TIRTEO MUTHYCENSE

Un museo della poesia. E’ quello sorto a Modica Alta in Corso Regina Margherita. E’ ubicato in uno dei Palazzi più antichi della parte alta della città, edificio che ha ospitato Paolo Orsi e dove visse Salvatore Minardo, latinista, archeologo, storico(1878-1914). E’ il Museo del Tirteo, o meglio la Casa Museo di Tirteo Muthycense, istituito dal nipote omonimo di quest’ultimo, maestro elementare in pensione e poeta. Il Museo del Tirteo presenta l’intero prodotto poetico in sette sezioni. “Ogni reparto – spiega Minardo – richiede una visita a sé. L’ accesso in più tempi è riservato a turisti. Allo stato sono escluse le visite scolastiche. Gli scomparti, la mole del prodotto, nonchè la qualità varia impongono, infatti, una visita attenta trattandosi più che altro di una campionaria esposizione”. Il Museo di Tirteo, come si diceva, è articolato in 7 sezioni per i vari contenuti poetici trattati. La Sezione “Poleografica”, ad esempio: il poeta parte da qui con la sua produzione attinente la città natale dei suoi avi, esaltandone i suoi molteplici profili, “interessanti ed avvincenti, con i suoi balconi stupendi”. La Sezione “Dea Ericina” si occupa del “senso” come dal nome della dea può evincersi e cioè sessualità e sensualità. “Questa sezione – spiega Minardo – non si confà, ovviamente, a quelli che di Gesù si dicono sposi. La sala onora la Borboni, e quelli che si sono invaghiti d’amore. E’ consigliato, insomma, a chi cerca l’erotico”. Ci sono poi la Sezione del “Vate”, la sezione “Miscellanea” dove si rileva una poesia per didascalie. Quindi le sezioni “Minardo”, “Belzebù”, “Scicli” e “Conferenze” . “Si tratta di un museo particolare, diverso se vogliamo – spiega Salvatore Minardo – dove non c’è da vedere un quadro, una scultura ma dove c’è da leggere”. Il poeta modicano fa anche delle cernite su coloro che possono visitare il Museo del Tirteo “Trinacria della Poesia di Tirteo Siculo” come è riportato all’ingresso di questo palazzo della cultura. “Eviterei le comitive di studenti – precisa -. Il palazzo è indicato a chi è ispirato, a chi vuole riflettere, leggere, godere della nostra poesia”

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