ISPICA. LA COALIZIONE DI GOVERNO DI ISPICA ACCUSA LE OPPOSIZIONI: “DISSESTO ATTO CRIMINALE CONTRO LA CITTA’”

Piero RusticoCon un durissimo comunicato stampa, a firma delle liste PDL, ‘Rustico Sindaco’, UDC e ‘Grande Sud’, la coalizione di governo della città accusa apertamente le opposizioni di aver decretato, nella seduta del Consiglio comunale svoltasi venerdì e sabato scorsi, il dissesto finanziario del Comune di Ispica.
“I cittadini meritano la verità – esordisce il documento politico – Gli ispicesi devono sapere nomi e cognomi dei responsabili di questo scempio perpetrato a danno della comunità: i consiglieri Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Paolo Monaca, Carmelo Padova e Salvatore Spatola del PID, Salvuccio Rustico e Biagio Solarino di ‘Libertà e BuonGoverno’, Angelo Fidelio di ‘Sviluppo e Solidarietà’ e l’indipendente Giovanni Lauretta hanno votato a favore della delibera che ha decretato il dissesto finanziario del Comune di Ispica. Si tratta di un atto che non esitiamo a definire criminale, consumato ad esclusivo danno della città, delle famiglie e delle imprese cittadine”.  “Nonostante i toni dello scontro fossero ormai divenuti asperrimi in preparazione del ‘gran finale’ – si legge nella nota – il sindaco Piero Rustico e la sua Giunta si sono presentati al cospetto del civico consesso e della città e, con dignità ed alto senso delle istituzioni che rappresentano, hanno offerto al vaglio dei consiglieri un’ulteriore possibilità di evitare il dissesto: il decreto-legge del 8 aprile 2013 numero 35 recante ‘Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali’, strumento finanziario varato in extremis dal Governo Monti, la cui evidente ratio legis risiede nella volontà di scongiurare il potenziale default di tutti gli Enti pubblici, che in varia misura si trovano a dover fronteggiare una crisi di liquidità senza precedenti e che aggrava notevolmente lo stato dell’economia generale, già in recessione da diversi mesi.
Gli imprenditori ed i fornitori del Comune hanno il diritto di sapere che, grazie all’adesione a questa procedura, i loro crediti nei confronti dell’Ente sarebbero stati pagati entro il 30 giugno prossimo!
A questa formidabile possibilità, che tutte le altre amministrazioni locali giustamente coglieranno al volo, le opposizioni hanno saputo proporre l’ennesimo ricatto politico, stavolta però scoprendo definitivamente le carte e formulando la loro proposta indecente: scambiare l’adesione alla procedura con le dimissioni in blocco di tutta l’amministrazione comunale. Una tentata estorsione che ha palesato le vere intenzioni dei consiglieri: eliminare l’avversario in un modo o nell’altro, marchiando per sempre il secondo mandato del sindaco Rustico con il sigillo del dissesto o aderendo alla procedura ed andando subito alle elezioni, nella vana illusione di poter così ambire – loro stessi o chi per essi – alla carica di primo cittadino di un ente appena risanato dal riequilibrio!
Peggio di loro hanno fatto i consiglieri del PD Pierenzo Muraglie e Giuseppe Roccuzzo che, a differenza dei nove colleghi, hanno preferito abbandonare l’aula nel patetico tentativo di pulirsi la coscienza di fronte ai propri elettori: la loro colpevolezza, per nulla dissimile da quella degli altri, è per giunta aggravata dall’infamia della fuga!
Il loro segretario, forse preso da colpevole e tardivo rimorso, si è affrettato a rassicurare i settantaquattro precari del Comune che rischiano il posto di lavoro, promettendo che il PD vigilerà affinché questo non accada (probabilmente fuori dall’aula consiliare, dove molto spesso si sono recati a … ‘vigilare’ in questi mesi); ha avuto l’ardire, inoltre, di sentenziare che i tagli non dovranno colpire le fasce più deboli della popolazione: ma quali fasce della popolazione potrebbero mai colpire l’aumento delle tasse e la soppressione dei servizi sociali? E quale miglior modo di tutelare cittadini e dipendenti comunali impedendo che il dissesto venisse deliberato?
Non è questo il tempo di fare propositi. Ormai, purtroppo, è tardi. Il Comune di Ispica poteva e doveva essere salvato da un dissesto – lo ribadiamo – non necessario, conseguito a fini elettorali e propagandistici. Una campagna elettorale che, ahinoi, costerà carissima agli ispicesi”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa