COMISO. PRESENTATO IL PROGRAMMA DEL CANDIDATO A SINDACO GIOVANNI TUMMINO

giovanni  tummino candidato a sindaco di ComisoI Kasmenei, SEL e l’Ultimo Cittadino hanno presentato sabato 4 maggio la riapertura del “cantiere della cultura e della civiltà” insieme a Giovanni Tummino come candidato sindaco di Comiso. “Mi sono sempre interessato alla politica ma non ho mai ricoperto ruoli istituzionali, ha dichiarato Tummino. Il mio impegno nella politica ha sempre avuto un carattere sociale, nella scuola lavoro a fianco dei ragazzi consapevole che il ruolo di educatore sia il punto di unione e sinergia tra la famiglia e le istituzioni per contribuire alla formazione di un buon cittadino”.
“Siamo in corsa perché sentiamo forte l’esigenza e il dovere di prospettare un’alternativa inedita e necessaria per il futuro della città di Comiso. Le persone che hanno costruito questo progetto, si sono aggregate riconoscendosi autenticamente devoti da sempre ad una politica che mette al primo posto l’impegno disinteressato per la comunità, la salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione di ogni iniziativa dal basso”. Ecco le linee guida del programma per la città Innanzitutto le idee per il centro urbano. “Chi guarda a questo tema senza cercare di salvaguardare interessi privati di pochi, dichiara Tummino, sa che l’unica strada possibile è agire a CONSUMO DI SUOLO ZERO, e questo consiste in un piano per riqualificare l’intero centro abitato attivando, attraverso opportune regolamentazioni, dei progetti che privilegino e favoriscano l’aggregazione spontanea di cittadini e piccoli operatori del settore e attingendo a fondi strutturali europei. Vogliamo renderlo energeticamente autonomo, attraverso il piccolo fotovoltaico, in alternativa ai grandi impianti a terra che stanno erodendo terreno fertile all’agricoltura in nome di incentivi che vanno a beneficio di speculatori senza scrupoli; ridisegnarlo architettonicamente: è possibile e necessario pensare al centro abitato con una rivalutazione e la salvaguardia delle aree o aggregati che possano definirsi effettivamente storici e l’eventuale demolizione/recupero di quelle costruzioni che hanno danneggiato l’immagine sia interna che esterna della cittadina. Il centro abitato da recuperare è una fonte non indifferente di sviluppo ed opportunità di lavoro per molti piccoli imprenditori, non certo per i palazzinari che fanno grandi guadagni spartendosi le aree che vogliono edificare”.
“Ed ancora, come non pensare a ciò che offende la nostra vista e nostri cuori: lo sventramento del bastione ibleo che va da est di Canicarao fino a occidente “o Mancu”, operato con una elevatissima (quasi supersonica) velocità estrattiva. Perché questa classe dirigente (pd e pdl) è stata cieca ed ha avallato questo scempio in un’area panoramica soggetta a salvaguardia? Noi vogliamo bloccare questa violenza. E poi, l’altro confine naturale della città il fiume, che già il piano paesaggistico della legge Galasso ci aveva restituito quale parco naturale della città (1986). Quella vecchia classe dirigente, che è la stessa di quella di oggi, ha fatto ricorso per sbloccare il vincolo e regalare il territorio alla cementificazione selvaggia”.
“E in questo sviluppo non convenzionale, conclude il candidato a sindaco, non possiamo e non vogliamo, dimenticare l’aeroporto, dove decine di costruzioni abbandonate al degrado dovranno rappresentare, insieme alla struttura aeroportuale stessa, non solo la porta del barocco ma il punto di aggregazione per un laboratorio politico culturale che valorizzi il nostro territorio e gli restituisca dignità, impiegando quei fondi strutturali ed europei che l’inefficienza regionale non riesce ad utilizzare. E poi ci sono tutti i piccoli progetti, i rifiuti come risorsa, la riorganizzazione della macchina amministrativa, i servizi: ospedale, che sono stati il motore che ci porterà nella direzione tracciata dai kasmenei, nella politica dei servizi e dall’ultimo cittadino nella politica degli esempi”.

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