Immigrazione clandestina. In Assise condannato Iman di Pozzallo

BOURBIAA Mohamed n. 3.8.81 TNS  Tre anni e mezzo di carcere. Questa la pena comminata  dalla Corte d’Assise di Siracusa a Mohamed Bourbia, 31 anni, tunisino, responsabile della comunità islamica di Pozzallo. Si tratta di uno delle sette persone che furono arrestate il nove agosto dello scorso anno su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso con tre minorenni componenti dell’equipaggio, incaricati di pilotare e governare un barcone di nazionalità egiziana e della vigilanza sui migranti, durante la traversata nel Canale di Sicilia. L’ordinanza fu confermata, poi, il 20 agosto successivo, del Gip Distrettuale di Catania(il procedimento, infatti, era stato trasferito per competenza alla Procura Distrettuale Antimafia). Le sette persone furono arrestate dai carabinieri dopo lo sbarco di clandestini a Cirica, in territorio di Ispica, del sette agosto 2012. Finirono in carcere, oltre a Bourbia, anche Giuseppe Zocco, 36 anni, pozzallese, censurato; Mohamed Saidani, tunisino, 33 anni, residente a Pozzallo, operaio, Lutfi Mohammed Essabah Adnan, palestinese, 35 anni, residente a Malta, disoccupato; Farag Mahoud Abdalla, egiziano, 44 anni, residente a Pozzallo; Donato Angileri, pozzallese, 31 anni, e Moahamed Krifa, tunisino, 37 anni, residente a Pozzallo, pescatore, nei confronti dei quali è in corso il processo davanti al Gup del Tribunale di Catania, Luigi Barone. I sette, all’atto dell’arrivo dei carabinieri, erano riuniti in una struttura ricettiva di Pozzallo per gestire in maniera riservata le ultime fasi dello sbarco che sarebbe dovuto avvenire di lì a poche ore sulla spiaggia ispicese di Cirica. Nel corso della perquisizione domiciliare cui era stata sottoposta l’abitazione, i militari avevano rinvenuto e sequestrato decine di Sim Card internazionali, due bilancini di precisione, nonché numerose bottiglie di acqua e un grosso quantitativo di pane che erano stati acquistati per il primo sostentamento degli sbarcati che, dopo qualche giorno, sarebbero stati allontanati in maniera anonima verso il nord Italia.

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