Cna. Integrare le politiche attive e le politiche passive del lavoro Schininà: “Soltanto così si potrà garantire un futuro alle Pmi. Gli ammortizzatori sociali in deroga non hanno una durata illimitata”

Vittorio Schininà“Occorre una reale integrazione tra politiche attive e politiche passive del lavoro. Altrimenti, si corre il rischio di estendere in maniera spropositata l’utilizzo della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali in deroga che, ovviamente, non possono avere una durata illimitata”. E’ quanto sostiene Vittorio Schininà, responsabile relazioni sindacali della Cna, dopo il dibattito sviluppatosi in questi giorni, in provincia di Ragusa, sui nuovi orientamenti da garantire al mercato del lavoro per superare questo complicato momento di crisi. “L’impresa ha bisogno di certezze, su questo non ci sono dubbi – aggiunge Schininà – perché se c’è certezza si possono governare meglio anche riforme come quella voluta dall’ex ministro Fornero che avrà pure qualche pregio ma che, se non inserita in un quadro complessivo, non potrà mai fare sentire i propri effetti. Ecco, è questo il problema da superare. Ci sono incentivi che, singolarmente, possono essere definiti positivi. Ma che, in un contesto globale, sono in realtà slegati tra loro tanto è vero che le aziende preferiscono rinunciarvi. Difficilmente, ormai, l’impresa attende il contributo a fondo perduto come incentivo. La criticità, sul territorio, è dovuta al fatto che, in assenza di contrattazione decentrata, non è possibile garantire l’applicazione di idee che pure si rivelano interessanti. La parola d’ordine, secondo noi, deve essere integrazione, compenetrazione tra tutte le varie realtà esistenti e che operano in questo settore. Ognuno deve giocare la partita nel proprio ruolo e nel contesto della propria competenza. Ma tutti assieme dobbiamo essere una squadra. Se non c’è questo spirito, se non si opera in questo modo, difficilmente si raggiungeranno i traguardi del rilancio che tutti auspichiamo. Dobbiamo portare avanti le azioni di promozione, formazione e divulgazione dei contratti. In ciò può essere utile puntare su strumenti come gli enti bilaterali, nel caso dell’artigianato l’Ebas, che offrono una maggiore visione di apertura, puntano sull’integrazione e sulla creazione di politiche di sostegno al reddito per mantenere l’occupazione ma anche alla qualificazione e riqualificazione delle aziende. Ci sono misure che vanno integrate ma non basta soltanto quello. Anche gli strumenti come apprendistato e formazione aziendale sono da semplificare. Soltanto così potremo garantirci quel recupero di operatività su cui tutte le aziende ambiscono di potere contare nella prospettiva di migliorare la propria attività”.

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