Carabinieri, Marina di Ragusa. Bloccato un cacciatore di frodo e salvato un cardellino

cardellinoUn trentacinquenne straniero è stato fermato ieri pomeriggio dai militari della Stazione di Marina di Ragusa poiché trovato in possesso di un Cardellino, specie di cui è vietata la detenzione e la caccia. Una pattuglia dei carabinieri di Marina di Ragusa stava controllando le zone più isolate e periferiche del centro, in area di aperta campagna, dove sovente gli spacciatori di stupefacenti si appartano per nascondere la droga e tagliarla o suddividerla in dosi o incontrarsi con gli acquirenti lontano da occhi curiosi. La zona, vicina al fiume Irminio, è anche stata in passato utilizzata per la coltivazione clandestina di Cannabis indica, grazie alla notevole presenza d’acqua.

I due carabinieri hanno notato uno straniero fermo in attesa tra un campo coltivato e un area boschiva. Avvicinatisi di soppiatto l’hanno bloccato ma, stupiti, anziché trovarlo in possesso di droga, l’hanno trovato con una gabbia contenente un uccellino. Il volatile è stato presto riconosciuto appartenere alla specie “Carduelis carduelis” ovvero un cardellino, volatile di cui è vietata la cattura e la detenzione.

Purtroppo, per le sue straordinarie qualità canore, è apprezzatissimo dagli appassionati del genere che, come anche recentemente dimostrato da Edoardo Stoppa di Striscia la Notizia, possono arrivare a spendere cifre folli per averne uno. Negli alberi vicini alla gabbietta i militari hanno trovato rami d’ulivo intrisi di colla che serviva ad attaccare le zampette degli uccellini appena si fossero appoggiati. L’uomo, l’uccello e le “trappole” sono stati portati in caserma. Poco dopo, informato il pubblico ministero, l’uccellino è stato rimesso in libertà, nella speranza che possa non aver subito un trauma eccessivo da quanto accadutogli. Il bracconiere, un 35enne algerino che lavora come bracciante agricolo presso un’azienda limitrofa, è stato deferito all’autorità giudiziaria per aver commesso una sfilza di reati che vanno dalla ricettazione al tentato furto aggravato passando da diverse violazioni del testo unico sulla protezione della fauna e sulla caccia. I materiali utilizzati per l’uccellagione sono ovviamente stati sequestrati.

A quanto pare anche la nostra provincia non è esente dal triste fenomeno del commercio clandestino di uccelli pregiati, probabilmente grazie alla vasta campagna e alla presenza, poco distante dal luogo del fatto, della riserva naturale della foce del fiume Irminio, dove i piccoli animali sono liberi di permanere e riprodursi senza il rischio di finire in gabbia.

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