Monterosso Almo. Esperti a confronto sul tema del fumo e dell’asbetosi. Tutta la collettività è purtroppo a rischio. L’iniziativa è stata promossa dalla Pastorale della salute di Ragusa

Il saluto del sindaco Paolo BuscemaFumo ed asbetosi. Due problematiche che sembrano distanti ma la cui correlazione è legata al drammatico rischio corso da ogni componente della collettività. Di fumo ed asbestosi si può stare male ma si può anche morire. E’ il messaggio forte lanciato, ieri pomeriggio, nel corso della conferenza promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute a Monterosso Almo, tenutasi nella sala convegni di palazzo Cocuzza. Un appuntamento fortemente voluto da Santi Benincasa, medico-chirurgo, responsabile Simg Ragusa – area neuropsicologica ed osteoarticolare, componente della Consulta diocesana dell’ufficio. Grazie alla collaborazione ricevuta dal direttore, don Giorgio Occhipinti, è stato possibile fare intervenire relatori molto preparati, oltre allo stesso Benincasa, che hanno delineato un quadro abbastanza drammatico.
I lavori hanno preso il via dopo i saluti del sindaco, Paolo Buscema, che ha voluto rimarcare l’importanza dell’appuntamento e l’attenzione che occorre avere su problematiche del genere. Inoltre ha messo in evidenza il comportamento di uno Stato Italiano che non fa nulla per stroncare questo male del secolo. Sono intervenuti il dottor Antonio Zocco Pisana, medico chirurgo, specialista in Pneumologia, e Sofia Berritta, architetto. Sia da Benincasa che da Zocco Pisana, attraverso la proiezione di slide, per ciò che concerne la dipendenza da nicotina, è stato messo in luce che il fumatore non dipendente, che voglia curare la sua intossicazione cronica, e decida di smettere o di ridurre il fumo, ha la possibilità di servirsi di cure che possono facilitare il distacco da questo comportamento inteso come abitudine o come vizio. Se in questa abitudine vi era anche un elemento di auto-cura per alcune condizioni, come ansia e depressione, le terapie disponibili possono sostituire in maniera più sana la nicotina nell’ottenere risultati simili (antidepressivi e anti-ansia). L’obiettivo di questa terapia è l’astinenza da fumo, normale o complicata da sintomi psichici maggiori. Il fumatore dipendente che vuole cambiare il destino della propria dipendenza può ottenere due possibili risultati, totale e parziale rispetto al consumo. Si può raggiungere l’astensione totale, come desiderato, o rimanere comunque fumatori irregolari o di quantità molto minori, pur senza riuscire nell’intento di sospendere totalmente. Questo accade perché la gravità della dipendenza è diversa, e non è detto, specie nei primi mesi, che i risultati siano e debbano essere totali per poter dire che una cura sta funzionando. In più, le cure per la dipendenza rendono la persona libera di seguire le proprie intenzioni, e non è detto che queste siano rivolte all’astinenza, specie nei non-dipendenti. Molte persone che hanno ottenuto risultati “miracolosi” con le più svariate tecniche si trovano semplicemente nell’intervallo tra due ricadute, oppure non sono assolutamente dipendenti, e quindi hanno potuto smettere perché niente comprometteva le loro capacità di controllo una volta presa la decisione di non fumare più. Una categoria particolare è rappresentata dai fumatori che sono già in cura psichiatrica per un motivo indipendente. E’ noto che alcune cure, come quelle antipsicotiche, si accompagnano ad un aumento del fumo di tabacco, che a volte interferisce anche con le terapie stesse, ma comunque è interpretato come un tentativo automatico di compensare alcuni effetti collaterali delle suddette terapie. Queste persone possono trarre vantaggio da un aggiustamento delle cure o dal passaggio a medicinali che non tendono a indurre il ricorso a sostanze “compensatorie”.Molto più terribile da affrontare il killer dell’asbestosi, derivante dalle “contaminazioni” da eternit. Le manifestazioni cliniche più eclatanti dell’asbestosi (insufficienza respiratoria o cardiorespiratoria) impiegano anni per manifestarsi. Carcinoma bronchiale e mesotelioma pleurico, a prognosi infausta e per cui esistono solo terapie palliative, compaiono dopo trent’anni dall’iniziale esposizione all’asbesto, indipendentemente dalla diagnosi di asbestosi. La prevenzione viene attuata con opportuni respiratori in presenza dell’amianto e un rigoroso screening dei lavoratori mediante periodiche radiografie del torace. L’architetto Berritta si è soffermata, in particolare, sulle speciali e particolari procedure, previste anche dalle norme vigenti, che è necessario attuare quando si rende indispensabile liberare le proprie abitazioni o siti produttivi da risalenti installazioni di eternit. Occorrono tutti gli accorgimenti del caso perché l’eternit tende a sbriciolarsi e questo evento può determinare l’inalazione non voluta di fibre che possono poi rivelarsi cancerogene. Ecco perché lo stoccaggio di questo materiale viene effettuato con la massima cura e seguendo speciali tecniche.

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