CANI RANDAGI STAZIONANO ACCANTO AD UNA SCUOLA DI RAGUSA GIUSEPPE DIPASQUALE (LA DESTRA): “NON DOBBIAMO ASPETTARE CHE ACCADA L’IRREPARABILE”

Cani randagi in via Rumor“Sono convinto che non dobbiamo aspettare che accada sempre il peggio prima di intervenire. Se ci sono segnalazioni che meritano una certa attenzione, soprattutto quando riguardano la pubblica incolumità, è opportuno darsi da fare in maniera urgente proprio per evitare che accada l’irreparabile”. E’ questa la riflessione del commissario cittadino de “La Destra” di Ragusa, Giuseppe Dipasquale, dopo avere preso atto della disattenzione con cui alcune questioni sono trattate in città. “La foto che allego – continua Dipasquale – è stata scattata giovedì scorso ed è riferita alla presenza di cani randagi in uno dei punti più sensibili della nostra città. Sto parlando della rotatoria di via Berlinguer con via Mariano Rumor dove, a pochi passi, è situata la scuola Berlinguer che ospita parecchie classi. Ebbene, questi cani, randagi a tutti gli effetti, che ciondolano in zona, possono rappresentare un potenziale pericolo perché l’area che circonda l’edificio è tutta caratterizzata dalla presenza di sterpaglie. Gli stessi cani, quindi, oltre a rifugiarsi in questi anfratti vegetali, potrebbero uscire fuori a sorpresa creando scompiglio e un fuggi fuggi generale tra i più piccoli che, soprattutto nel caso in cui rimanessero soli, potrebbero rimanere in serio pericolo. Purtroppo, non dobbiamo dimenticare che la nostra provincia, qualche anno fa, ha dovuto fare i conti con un drammatico episodio del genere. Dobbiamo aspettare per forza che si ripeta? Oppure, considerata la gravità della segnalazione, è opportuno che si intervenga rapidamente cercando di catturare i cani e sistemando gli stessi in un rifugio adeguato? Giriamo gli interrogativi alle autorità competenti, a cominciare dal Comune di Ragusa e dai vertici sanitari dell’Asp, con la speranza che qualcosa possa succedere senza che si registrino prese di posizione a parole di cui, sinceramente, non si sente più il bisogno. Servono i fatti”.

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