FESTA DI SAN GIORGIO, FINALE CON FISCHI E INSULTI. NELL’ANNO DELLA PROTESTA DEGLI INDIGENTI IL CONTRIBUTO COMUNALE RESTA UGUALE MA A IBLA NON CI SONO GRANDI ATTRAZIONI.

san giorgio ragusaAncora una volta l’apparenza non ha dato spazio all’essenza. Già lo scorso anno era stata sottolineatala necessità di non spendere troppi soldi per i fuochi d’artificio delle feste patronali. “Anche quest’anno – si legge in una lettera giunta alla nostra redazione – siamo costretti a ribadirlo dopo quanto abbiamo visto ieri sera a Ibla, alla festa di San Giorgio. Nell’anno in cui Ragusa per la prima volta ha conosciuto la dura protesta durata oltre un mese, degli indigenti che erano rimasti senza contributi e senza lavoro, per la festa di San Giorgio l’ente pubblico ha confermato lo stesso ingente contributo speso in gran parte in fuochi d’artificio. Ma era il caso? La crisi c’è solo per la povera gente o vale la pena ridimensionare un po’ tutto? E anche la conclusione della festa, tra i fischi e le grida “buffoni, buffoni”, per l’eccessivo ritardo con cui si stava svolgendo una manifestazione inserita nel programma voluto dal comitato organizzatore, è la riprova di come la festa vada assolutamente rivisitata. Del resto è vero che c’era tanta gente ma non come accadeva negli anni d’oro, quando c’erano maggiori attrattive, dal dramma col drago infuocato ai cantanti famosi. Nel fine settimana, tanto per uscir fuori di metafora, il comitato organizzatore non ha saputo pensare a nomi di sicura attrattiva. Eppure basterebbe prendere esempio dalla più banale festa paesana o sagra da quattro soldi dove c’è sempre almeno un grande nome del mondo dello spettacolo. A Ibla, per questa festa del santo cavaliere edizione 2013, nessun nome di rilievo se non spazio per qualche giovane talento a quanto pare venuto a cantare gratuitamente o con un modesto rimborso. Insomma nessuna attrattiva e non c’è dunque nemmeno da stupirsi se entrambe le tv ragusane che hanno finora garantito la diretta, perfino quella via satellite, abbiano deciso di smobilitare. Lo scorso anno avevamo suggerito “niente bombe per San Giorgio” chiedendo di destinare quei soldi alle famiglie terremotate. Ma visto che siamo in una Repubblica dove c’è libertà d’espressione, alcune persone vicine al comitato ci hanno insultato pubblicamente sui social network e in vari commenti sui siti web. Quest’anno abbiamo allora deciso di fare una riflessione a festa finita, proprio per evitare ogni polemica. Forse sarebbe stato meglio meno “bombe” e più soldi per gli indigenti. Anche San Giorgio ne sarebbe stato contento. E che dire poi della scandalosa polemica che si è sviluppata con la storica banda San Giorgio, estromessa per poche centinaia di euro, e riammessa dopo una serie di toni decisamente accesi mandando all’ultimo momento a quel paese l’altra banda che era stata chiamata. Tutto ciò ci fa comprendere come i soldi pubblici vadano gestiti opportunamente, con la supervisione dell’ente che li concede e non come mega contributo ad un’associazione nata da qualche anno che compie scelte che in pochi gestiscono e di cui, alla fine, nessuno si sente responsabile. Eppure i fischi e gli insulti ci sono stati”.

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