IL CARNEVALE A MODICA. RESOCONTO AL COMUNE DEGLI ORGANIZZATORI

Il Carnevale di Modica: un processo culturale che si esprime dal basso verso l’alto, portando con sé il proprio bagaglio di valori. Così lo hanno presentato, ieri mattina in conferenza stampa, il Sindaco di Modica Antonello Buscema e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. Adesso, infatti, a qualche giorno di distanza dalle manifestazioni, è il tempo dei bilanci. A tracciarli, nel dettaglio, sono stati il dirigente scolastico del circolo didattico “Raffaele Poidomani”, Concetta Spadaro, e quello del Liceo Artistico, Salvatore Carpanzano, sottolineando l’importanza di un risultato che ha visto il coinvolgimento di ben 8 scuole del primo ciclo, oltre a quelle parificate, e del liceo stesso che ha messo a disposizione i propri locali, la professionalità dei propri docenti e la creatività dei propri studenti. Sono stati 624 i bambini che hanno indossato le mascherine sul tema narrativo di Pinocchio, ma sono state migliaia le persone che hanno partecipato e condiviso il lungo percorso che ha consentito di arrivare al risultato finale. “Una dimostrazione – ha commentato la Spadaro- di come ci sia bisogno di vivere queste esperienze di aggregazione”. “In tanti anni –ha aggiunto anche Carpanzano- non ho mai visto gli insegnanti sentirsi così coinvolti ed impegnati, tanto da non badare né ad orari né a spese, solo per la gratificazione personale di stringersi attorno ad un’idea considerata valida”. Il Sindaco Buscema, nel ringraziare coloro che hanno reso possibile l’evento, ha voluto replicare in modo chiaro alle polemiche sul suo costo che, ha specificato, è pesato sull’Ente solo per 5300 euro: “Un contributo simbolico – ha detto- che non possiamo far mancare, nemmeno in un periodo di ristrettezze economiche ad una manifestazione il cui valore non può essere quantificato”. “Questo dimostra –ha aggiunto il suo consulente culturale Antonio Sichera- che non c’è una relazione causa-effetto tra le ristrettezze del Comune e le scelte di politica culturale, che invece devono continuare ad esprimersi spontaneamente dal basso. Questa manifestazione si sarebbe realizzata allo stesso modo, anche se il Comune l’avesse potuta finanziare con milioni di euro, perché si tratta di esperienze che devono nascere dalla città e non possono essere imposte dall’alto”.

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