CONCLUSA A SCICLI LA MOSTRA DI VIDEOARTE “AUDIOVISIONI DIGITALI / SCICLI #1”. APPUNTAMENTO GIA’ PER IL PROSSIMO ANNO.

video arte 2Con il “Sound Art Brunch” a base di prodotti tipici presso l’Albergo Diffuso, si è conclusa stamani a Scicli la mostra internazionale “Audiovisioni Digitali – Scicli #1” dedicata alla videoarte lungo la barocca via Mormino Penna a Scicli. Venerdì e ieri, due lunghe serate dedicate alle proiezioni dei lavori di 26 artisti internazionali selezionati dal gruppo “Le Momo Elettronique” nell’ambito del progetto che è stato voluto da C.A.R.M.A. di Roma in collaborazione con Tecnica Mista. In queste intense giornate di videoarte, sono stati coinvolti ristoranti, gallerie d’arte, musei, chiese per presentare installazioni, proiezioni e video trasmessi su vecchi televisori a tubo catodico con l’idea di rivoluzionare anche la fruizione delle immagini. Tra gli eventi principali, ieri sera alle Quam – Quadrerie del monastero, si è avuta la presentazione del libro “La videoarte nel mondo del software” alla presenza del curatore dell’edizione, Lino Strangis. Il volume, totalmente dedicato alle produzioni di videoarte digitale degli ultimi anni, rappresenta uno dei primi tentativi di rendere queste forme artistiche alla portata di un ampio pubblico. E a favorire il confronto è stato l’atteso intervento, in videoconferenza, di Marco Maria Gazzano, studioso e teorico di cinema e arti elettroniche, curatore e critico d’arte contemporanea, docente presso l’Università degli Studi di Roma 3. Proprio lui ha sottolineato l’accostamento, perfettamente riuscito a Scicli, tra barocco e videoarte. “Gli artisti della videoarte hanno rotto i cliché e cercato una nuova forma di espressione che a mio avviso ha un’esatta equivalenza con l’arte barocca, anch’essa un’arte piena di simbolismi, di dettagli messi in evidenza, di segni. Anche la videoarte lavora sui dettagli, sui frammenti, sui simboli e allo stesso modo dell’arte barocca, pur se differentemente offre una visione sensoriale ed emozionale che privilegia il pensiero forte, ovvero il lavoro che fanno gli artisti è quello di spiegare la complessità del presente senza rinunciare all’idea della complessità stessa. E così anche se le opere e i lavori dei videoartisti non sono immediatamente comprensibili, come in parte è anche il barocco, di certo possiamo affermare che, proprio come il barocco, riescono ad estasiare ed emozionare lo spettatore usando, grazie all’elettronica e al software, la dimensione di espressione del pensiero”. A 50 anni dall’identificazione della videoarte con l’installazione, nel 1963, del pioniere Nam June Paik, la mostra di Scicli ha dunque voluto celebrare questa particolare arte che si serve del “medium”, cioè lo schermo, il mezzo tecnologico, per le sue finalità comunicative di espressione del “pensiero forte”, senza dunque fermarsi alla mera rappresentazione della realtà.
“Si chiude questa edizione della mostra a Scicli ma rilanciamo già il nuovo appuntamento per il prossimo anno – spiega Antonio Sarnari di Tecnica Mista – L’esposizione ha voluto mettere in evidenza un’arte che non tutti conoscono ma che già vanta mezzo secolo di storia ed espressione.
La via Francesco Mormino Penna ha ospitato in questi giorni alcuni dei più importanti videoartisti al mondo. E’ sicuramente un evento da ripetere, sia per la positiva interazione creata tra le differenti attività del centro storico che per le illustri presenze e la grande validità del progetto sotto il punto di vista della ricerca artistica. Cercheremo di renderlo un appuntamento fisso a Scicli, estendendolo anche ad altre zone della città”.

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