ANCORA SUL FUMO, SEMPRE CONTRO IL FUMO. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaNon mi stancherò mai di ribadire che il fumo fa male, e in verità non lo scopro di certo oggi. E’ un’abitudine dura a morire che ogni anno causa nel mondo il decesso di milioni di persone. Sono oltre 4 mila le sostanze presenti nel fumo di una sigaretta accesa di cui 40 sono considerate cancerogene. L’equazione è quindi presto fatta: prima si inizia e più alta sarà la possibilità di avere problemi legati al fumo come tumori e malattie cardiovascolari.
In Italia oggi fumano più di dieci milioni di persone, un numero impressionante, di cui almeno la metà sono donne. Un popolo, quello delle donne, in costante aumento. Infatti, mentre i fumatori sono diminuiti, le donne sono colpite come mai prima d’ora da neoplasie dovute al fumo. È la prova più evidente di come stili di vita errati, in giovane età, si ripercuotano poi sull’organismo. Anche dopo venti o trent’anni. Ma a preoccupare sono i giovani: nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni fuma già circa il 21% dei ragazzi e il 16% delle ragazze.
La prima sigaretta è accesa a soli 11 anni: questo significa che si abbassa notevolmente l’età dei fumatori più a rischio, cioè coloro che fumano da almeno 20 anni ai quali sono destinate solitamente le raccomandazioni di controllo medico ogni anno per verificare lo stato di salute e prevenire così il più possibile l’insorgere di malattie connesse al fumo. Non più quindi sopra i 50 anni, ma circa 35.
Il motivo del perché si inizia sempre più presto ad accendersi la prima sigaretta è facilmente individuabile. I ragazzi fumano perché influenzati dagli altri compagni più grandi. Ecco dunque che l’educazione e la sensibilizzazione sui danni del fumo non può non passare dalle scuole: programmi di prevenzione scolastici, potrebbero dimostrarsi strumento efficace nella lotta al fumo tra gli adolescenti.
Anche se il trend è in diminuzione, sono sempre 10 milioni i fumatori di sigarette e, la maggior parte di costoro non ha intenzione di cambiare le abitudini perché si sente in buona salute. Motivo questo che li induce a non smettere di fumare e a collocare le sigarette all’ultimo posto fra le cose da eliminare. Ma possono stare tranquilli i fumatori incalliti? Io direi proprio di no, se consideriamo che quasi centomila sono le persone che muoiono ogni anno a causa del fumo di sigaretta.
Vediamo di analizzare i rischi per la salute dei fumatori: il principale fattore di rischio è la broncopneumopatia cronica ostruttiva (conosciuta come BPCO) che comprende bronchite cronica e enfisema polmonare. Vittime predilette le donne. E’ stato dimostrato, infatti, che nella donna la BPCO insorge più precocemente, il danno polmonare è maggiore (manca più fiato) e lo stato di salute è peggiore rispetto agli uomini Quindi se avete tosse, espettorato e mancanza di respiro e siete fumatori andate dal medico, perché prima si diagnostica la malattia, meglio funzionano le cure. Purtroppo la malattia viene diagnosticata in fase avanzata.
Il secondo apparato che soffre per le sigarette è quello cardiovascolare, con ipertensione, aterosclerosi, ictus e infarto miocardio che sono più frequenti nei fumatori, anche se utilizzano sigarette light, quelle a basso contenuto di catrame. Chi fuma sigarette light, infatti, tende a inspirare di più e quindi a inalare più nicotina con altre sostanze chimiche.
Poi abbiamo la branca tumorale, che è quella che fa più paura perché colpisce organi e apparati. Primo fra tutti il polmone, tanto che il 90% dei casi è imputabile al fumo di sigaretta. A questo proposito è opportuno ricordare che l’abitudine a fumare poche sigarette al giorno ( da 5 a 10) non preserva dal tumore al polmone, perché è stato dimostrato che il cancro polmonare è correlato più agli anni di fumo che al numero di sigarette. Tra le neoplasie poi troviamo quelle respiratorie, in particolare alla laringe e al cavo orale. Queste neoplasia sono anche associate al consumo di alcol e per questo sono più riscontrabili nell’uomo. Il fumo di sigaretta rappresenta un fattore di rischio anche per altri tipi di tumore oltre che per patologie come ictus, malattie neurologiche, diabete, cataratta e, nell’uomo, riduce la fertilità, riducendo il flusso sanguigno.
Per quanto riguarda le donne, vittime del fumo e forse più degli uomini, si raddoppia il rischio di cancro al seno, sono più soggette a infarti e ictus cerebrali, si anticipa la menopausa e aumenta il rischio di trombosi. La donna che ha fumato provoca parti prematuri, fa bambini sotto peso e più a rischio di otiti e malattie respiratorie. Anche il lato estetico ha la sua medaglia nera, nelle donne, perché il fumo riducendo l’afflusso di sangue, fa ingrigire la pelle del viso, ma, soprattutto, diminuendo il trofismo, si formano più facilmente le rughe. La bellezza delle donne risulta quindi sfumata, perché il monossido di carbonio della sigaretta entra nel sangue e nei globuli rossi rubando spazio all’ossigeno e producendo radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento della pelle. E questo avviene prima nella donna che nell’uomo fumatore, perché la pelle della donna è più sottile e quindi più vulnerabile.

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