IL BIVIO: CHE FARE?

rosanna bocchieriRagusa ad un bivio in questo ballottaggio, tra Cosentini e Piccitto. Ma il bivio sta tra politica ed antipolitica , tra vecchio e nuovo, tra un vecchio sistema delle coalizioni, che si accordano secondo il principio del mercato delle vacche, così consueto nel sistema politico o quello dei non accordi, ma dei programmi?
Il ragusano è avvezzo alla vecchia politica, tende ad allearsi dove ci sono più simboli e il sicuro del “tutto cambi perché tutto rimanga com’è” di tomasiana memoria, l’elettore che critica il vecchio, il consueto è propenso ad accettare chi critica il sistema e lo vuole mettere in crisi, pur sapendo che il nuovo potrebbe rappresentare “il salto nel buio” di novecentesca memoria, dal momento che il M5S è inesperto nell’Amministrazione, non assicura buon governo e affidabilità. Inoltre, non sono assiicurate le regole della democrazia.
Che fare, direbbe Lenin? Non andare a votare o responsabilmente scegliere come davanti ad una slot machine , o alla roulette,puntando sull’uno o sull’altro?
Certo è che nell’uno e nell’altro caso ci sono i pro e i contro e c’è sempre una variante, che è dettata da fato e dal destino ,in cui questa ridente, storica città è stata coinvolta e con cui deve fare i conti.
Certo è che l’alternativa è tra continuità dell’Amministrazione Dipasquale e la discontinuità, e dire che la prima sia vincente non convince l’elettore accorto, mentre la seconda dà delle chance, anche se saranno brevi, non certamente il tutto si gioca tra politica ed antipolitica, come superficialmente si vuol far credere, cercando di fornire alibi a chi segue la politica, come in una partita di calcio, dalla televisione e non facendola direttamente.
Si scontra anche un vecchio e nuovo modo di fare politica, quella del compromesso e quella del coinvolgimento diretto dell’elettore.
Le Amministrative, però, non sono le politiche, e sono le persone ad essere scelte.
Cosentini e Piccitto saranno coloro che si presentano all’elettorato con la loro storia professionale, politica, e su questi fattori l’elettore deciderà in una contesa più o meno leale.
Sicuro è che chi non va a votare non avrà il diritto di lamentarsi.

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