Pozzallo, processo all’operazione “Torre Cabrera”. Si alle trascrizioni

torrecabreraIl pubblico ministero chiede la trascrizione delle intercettazioni ma prima dovrà produrre i decreti di autorizzazione. Si è aperto con questo passaggio il processo alla maxi operazione antidroga “Torre Cabrera” eseguita dai carabinieri a Pozzallo nel mese di giugno del 2012 e che coinvolse una ventina di giovani del luogo. Nelle scorse settimane aveva patteggiato un anno di reclusione Stefania Terranova. La posizione della giovane era stata stralciata giacchè tutti gli altri imputati era stati già al centro del processo, sempre davanti al Gup, quando c’era stato un altro patteggiamento, quello di Vittorio Pizzo, condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione. Ammessi al giudizio abbreviato Giuseppe Ciccazzo, Leandro Scolaro e Andrea Di Stefano mentre altri quattordici sono imputati in questo processo avviato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore. Si tratta di Giovanni Ammatuna, Graziano Arena, Danilo Arrabito, Giovanni Biazzo, Debora Borgia, Emiliano Cappello, Giovanni Davide Gambuzza, Sebastiano Morana, Carmela Paolino, Santo Randazzo, Lorenza e Mery Salonia, Samuel Scolaro e Alessia Spadola, tutti di Pozzallo di età compresa tra i 22 e i 32 anni. Gli imputati sono accusati di detenzione ai fini di spaccio di eroina. Nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, la maggior di loro, tutti figli di rispettabili famiglie pozzallesi, si erano detti estranei alle accuse, chiarendo le rispettive posizioni e dichiarando, in alcuni casi, che la droga era ad uso personale. Debora Borgia, 23 anni, è altresì accusata di delitto di morte come conseguenza di altro delitto per aver ceduto al giovane pozzallese Luca Arezzo la sostanza stupefacente che ne causò il decesso per overdose. In apertura di udienza l’avvocato Salvatore Santaera aveva chiesto un rinvio per consentire al proprio assistito di partecipare ai funerali della nonna che si svolgevano in concomitanza col processo. La documentazione prodotta, però, non è stata ritenuta sufficiente a comprovare i rapporti di parentela.

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