RESISTERE NON SERVE A NIENTE ! La riflessione di Ballarò

ballaròOrmai da diversi anni, in realtà troppi, nella società italiana ci si sforza a resistere. Ci s’indigna per il modo in cui si viene trattati dai politici che votiamo ,i quali piuttosto che doverosamente pensare a come fare uscire il Paese dal baratro in cui l’hanno condotto, continuano a pensare a come sistemare il loro presente ed il loro futuro ,scippando quello di 50 milioni di connazionali. E si resiste, sperando che prima o poi arrivi un manipolo di eroi che davvero abbia voglia di far voltare pagina a questo Paese, sempre più scettici che ciò possa accadere, considerato che anche gli attuali imbroglioni che ci governano , si erano impegnati a rompere col passato e pensare solo agli interessi del popolo, salvo poi scoprire che tutti, ma proprio tutti, votano contro la legge che avrebbe dovuto limitare i privilegi e i costi della politica.
Si resiste alle menzogne di vecchi e nuovi politici, meglio politicanti, che a loro dire avrebbero dovuto inaugurare la tanto attesa stagione della buona politica, quella senza giochini dietro le quinte, senza accordi volti all’ottenimento di qualche poltrona, per scoprire che nulla è cambiato rispetto a prima , perché nulla si vuole cambiare, tant’è che continuano le strategie del compromesso trasversale che certamente non hanno lo scopo di pianificare progetti d’interesse collettivo, bensì il mantenimento quanto più a lungo possibile dello statu quo.
Si resiste al desiderio di veder nascere realmente la tanto osannata riforma del sistema elettorale, sempre più convinti che chi la dovrebbe realizzare, riuscirà a trasferirla alle calende greche per l’ovvia ragione che alcuni lestofanti, incapaci e che si troverebbero al capolinea con una nuova legge elettorale, faranno di tutto per farla vedere dietro l’angolo ma in realtà non la scopriremo mai.
Resistere serve a qualcosa? Si, serve, perché prima o poi molti italiani si sentiranno egiziani e scopriranno che le ingiustizie sociali, gli abusi di potere, l’iniquità, si possono risolvere non con l’astensionismo al voto, non con la legittima indignazione né tantomeno con la rassegnazione ma con la disobbedienza civile.

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