L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…di DIRETTORE. LA RISORSA “TURISMO CULTURALE” NEL NOSTRO TERRITORIO. Riflessioni a margine della lettera del Presidente di IngegniCulturaModica

PISANA 32Il turismo culturale ibleo in questi ultimi anni ha fatto registrare senza dubbio una crescita. L’attenzione verso la nostra terra di grandi strumenti della comunicazione, quali RAI, cinema , giornalismo nazionale, personaggi della cultura e dello spettacolo, nonché il sistema promozionale posto in essere da Enti locali(Comuni ed ex Provincia), associazioni e società private hanno consentito di far uscire la provincia di Ragusa da quell’isolamento cui era stata relegata almeno sino alla fine degli anni ’90. Io credo che il rilancio del nostro turismo culturale esiga proprio un metodo culturale che sappia coniugare almeno tre elementi fondamentali: l’oggetto culturale, il territorio, la qualità dei servizi.
Il turismo culturale, infatti, deve creare e sviluppare cultura, deve guidare alla conoscenza delle bellezze artistiche, monumentali e paesaggistiche che costituiscono il patrimonio di civiltà passate ricche di storia, tradizioni e culture. Da qui l’importanza dell’oggetto culturale in sé, che deve essere protetto, curato, salvaguardato, non solo perché in caso di inadempienza si verrebbe esclusi dal riconoscimento già ottenuto dall’Unesco, ma anche poter essere fruito al meglio dai visitatori.
Attorno al barocco, ai beni culturali devono crearsi processi di sviluppo: non basta pregiarsi di ciò che si ha, occorre che il patrimonio diventi strumento di crescita culturale e di sviluppo economico.
Ecco allora che nella nostra realtà locale, il turismo culturale proprio perché accostamento e rivisitazione di una civiltà, deve porsi strettamente in relazione con il territorio, nel senso che deve mettere in movimento tutte quelle energie che sono presenti in esso e che coinvolgono principalmente l’artigianato, l’utilizzo quanto più intelligente delle risorse agricole, della zootecnia, dell’industria dolciaria, dell’agriturismo, del folklore e di quanto risulta specifico dell’ambiente. Pertanto il ruolo della politica è quello di creare un cultura del turismo che sia
funzionale al rilancio del territorio, il quale diventa, così, luogo di confluenza di interessi culturali, di attenzioni imprenditoriali e di creazione di strutture artigianali e commerciali.
Il rilancio del turismo culturale nel territorio non può avvenire , dunque, con la semplice calendarizzazione di piccole manifestazioni di piazza, di concertini, di spettacoli teatrali, di mostre etcc ; queste sono sicuramente utili iniziative di intrattenimento, che servono di supporto al turismo , specie nelle residenze rivierasche. Il rilancio del nostro territorio da un punto di vista turistico esige “ una convergenza operativa” tra la politica , l’imprenditoria e la promozione culturale e commerciale.
Spetta alla politica creare le condizioni del rilancio mediante incentivi che spingono ad investire nel settore; l’imprenditoria turistica ha il compito di confezionare il “prodotto turistico” nei suoi vari aspetti( ricettivo, enogastronomico, paesaggistico, culturale , folkloristico, itinerari , etc…) attenzionando il rapporto qualità-prezzo affinché sia competitivo nel mercato; l’ente promozionale, infine, deve inserire il prodotto nei circuiti e nei flussi commerciali, facendo sì che possa essere acquistato.
Io credo che il successo del turismo culturale si leghi molto, oltre che alla promozione commerciale, soprattutto alla qualità culturale delle proposte e dei servizi, l’organizzazione dei quali richiede competenza, professionalità, creatività e, in particolare, capacità di accoglienza. In provincia sono nate nuove strutture ricettive ed alberghi, e questo è un bene. Ritengo, però, che non ci si possa inventare albergatori, ristoratori , operatori turistici senza una minima preparazione che consenta di accogliere i turisti con intelligenza e capacità di relazione.
La politica deve pensare a dare incentivi economici a chi fa turismo culturale con le idee chiare; deve dare aiuti a chi dimostra concretamente di sapere intercettare flussi culturali e turistici verso la nostra terra attraverso una destagionalizzazione che non riduce il turismo a due mesi l’anno.
Dice bene nella sua lettera alla redazione il presidente di IngegniculturaModica Mario Incatasciato: “L’evoluzione del mercato, l’importanza delle nuove tecnologie rendono evidente la necessità del connubio tra l’attenzione al territorio e alla sua cultura e le strategie di marketing e di promozione”.
In questa direzione la politica deve pertanto aiutare a destagionalizzare e ad allungare i periodi del turismo, mentre gli operatori del comparto turistico devono omogeneizzare i prezzi, così da essere competitivi nel mercato nazionale ed internazionale.

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