Riordino delle province. Ragusa, la Cisl elabora disegno di legge

gianfranco marino​In attesa che abbia un seguito il tavolo governo – sindacati riunitosi a maggio scorso per discutere fra le altre problematiche del riordino delle province regionali, un gruppo di lavoro della CISL FP SICILIA ha elaborato una proposta di disegno di legge che potrà costituire una base di confronto per il superamento dell’attuale legge sul riordino delle Province Siciliane.
​Nella proposta è previsto l’assorbimento delle Province, per quanto riguarda le attribuzioni ed il patrimonio, ma anche il personale, dalla Regione Siciliana che potrebbe destinare quest’ultimo agli esistenti Dipartimenti ovvero al Dipartimento Territoriale Regionale di nuova istituzione, con la guarentigia della conservazione della sede e della posizione giuridica ed economica maturata al 31 dicembre scorso,mentre resterebbero inalterati i confini territoriali delle attuali 9 Province della Sicilia.
​Nella relazione di accompagnamento si evidenzia che le Province oggi svolgono funzioni sovracomunali che possono e debbono essere assorbite dalla Regione al fine di avere un apparato burocratico snello, più dinamico e meno costoso che serva a mettere al centro della propria azione sia il cittadino ed i suoi bisogni, che le imprese, senza sconvolgere le Province intese come territori e mantenendo tutti gli uffici e le funzioni nell’ambito degli attuali confini.
​Verrebbero così abolite le “doppie competenze”, con l’istituzione di “uffici unici” in cui sarebbero accorpate professionalità (non solo categorie e profili professionali corrispondenti, ma anche e soprattuto competenze) e mezzi con il beneficio che il cittadino potrà recarsi in un solo ed unico ufficio per richiedere il servizio di cui ha necessità (autorizzazione, concessione, documentazione e quant’altro) senza più dover peregrinare da un luogo ad un altro. “​I Comuni successivamente – spiega Gianfranco Marino – potrebbero consorziarsi al fine di rendere servizi alla collettività razionalizzandone i costi.  Un vantaggio non secondario della proposta, infine, sarà costituito dai risparmi dei costi della Politica che potranno essere destinati, per una parte, agli investimenti necessari per rilanciare l’economia regionale e, per un altro verso, al finanziamento della stabilizzazione dei tanti lavoratori precari della Sicilia”.

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