Saranno a breve pubblicati i nuovi bandi di selezione per l’ammissione agli studi universitari, ed è maturo il tempo di fare valutazioni e scelte chiare e risolutive per il futuro dell’Università in provincia di Ragusa. Al riguardo, la Scuola “F. Stagno D’Alcontres” di Modica, sede decentrata del Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale, che opera per tutta la provincia ed anche oltre, afferma il direttore Gian Pietro Saladino, ritiene di dover contribuire al dibattito che in questi giorni si è riacceso sui quotidiani locali, e di offrire spunti di ulteriore riflessione che possano supportare le amministrazioni locali per orientarle ad assumere responsabilità improrogabili che ormai solo ad esse competono.
Le statistiche, anzitutto, inchiodano Ragusa all’ultimo posto fra le provincie siciliane per numero di laureati rispetto alla popolazione residente, mentre oltre il 40% dei giovani universitari vanno a studiare al Nord per trovare percorsi di studio corrispondenti alle proprie aspettative, e lì si fermano per cercare di inserirsi nel mercato del lavoro. Nel contempo, però, la popolazione universitaria ha subito, negli ultimi due anni, un repentino decremento, legato alle difficoltà economiche di tante famiglie, che non riescono più a finanziare gli studi fuori provincia dei propri figli, a fronte del moltiplicarsi del disagio sociale e delle nuove povertà.
In questo contesto problematico, forse per la prima volta, prosegue Saladino, c’è il rischio serio e reale che l’esperienza universitaria in provincia di Ragusa, dopo 20 anni, si concluda tristemente per una certa insensibilità delle istituzioni pubbliche locali, più che per una mancanza di risorse finanziarie che hanno peraltro già subito una corposa contrazione.
Il Consorzio Universitario della Provincia di Ragusa, dal quale dipende il futuro della Facoltà di Lingue di Ragusa (in convenzione con Catania) e del Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale di Modica ( in convenzione con Messina), nonostante i notevoli tagli ai costi di gestione, è oberato da una situazione debitoria insostenibile, che è però conseguenza non più tanto di un problema di equilibrio fra entrate e uscite, quanto piuttosto dei ritardi nel trasferimento delle risorse finanziarie già previste in bilancio dalla Regione, dalla Provincia e dai Comuni di Ragusa, Modica e Vittoria. Questi, incomprensibilmente, non hanno ancora liquidato i loro debiti pregressi, formalizzando o minacciando il disimpegno e non riuscendo ad assumere una decisione di corresponsabilità univoca e definitiva per il futuro.
Il Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale, sede decentrata dell’Università di Messina, evoluzione della Scuola di Servizio Sociale fondata dai Padri Gesuiti nel 1969, opera tuttora, in questo contesto problematico, con risultati ugualmente apprezzabili, forse ancora poco noti agli amministratori competenti per le politiche universitarie in provincia di Ragusa:
• 181 studenti iscritti nell’anno accademico 2012-2013, di cui 140 della provincia di Ragusa (49 di Modica, 42 di Ragusa e 14 di Vittoria);
• 627 laureati, di cui 44 nell’ultimo anno;
• nuova vitale interlocuzione con l’Università di Messina e corpo docente giovane e qualificato, capace di garantire formazione multidisciplinare (psicologia, sociologia, economia, diritto, lingua inglese, storia moderna e contemporanea, principi e fondamenti del servizio sociale, etc.);
• tasso di occupazione dei propri laureati, in maggioranza donne, superiore al 70%, con un ulteriore 15% impegnato nella prosecuzione degli studi; certificazione di qualità dell’organizzazione ospitante;
• attività culturali e di professionalizzazione, che danno puntuale riscontro ai fabbisogni del territorio e non solo degli assistenti sociali dell’intero sud-est siciliano.
Non è quindi pensabile che i risultati corrispondenti a fabbisogni reali e l’efficienza raggiunta e documentabile ottenuti senza costi a carico del Consorzio, per quanto riguarda i Docenti-Tutor e il personale minimo non docente e di segreteria, retribuiti esclusivamente dalla Regione tramite la legge 200/1979, possano essere mortificati e resi precari per distrazione o indisponibilità di risorse da parte delle Amministrazioni locali. Altre sono, a nostro parere, le diseconomie che esse possono e debbono combattere, operando in modo intelligente e coraggioso sulle voci di spesa dei loro bilanci.
Si possono discutere, ovviamente, i progetti e le soluzioni organizzative e logistiche, ma non è possibile, dopo anni di sacrifici sostenuti e di aspettative suscitate presso studenti e le rispettive famiglie, privare il territorio di un servizio fondamentale su cui, piuttosto, bisognerebbe investire per contribuire al futuro socio-economico della provincia. Siamo fiduciosi che il Commissario straordinario della Provincia e i Sindaci di Modica e Ragusa, ma anche di Comiso e Vittoria, vogliano prendere a cuore, con la necessaria priorità, la questione universitaria in provincia, sciogliere le riserve nate nel passato e riconsiderare la possibilità di un loro impegno strategico comune ora che i costi si sono significativamente ridotti, liquidando i debiti pregressi e definendo un assetto stabile dell’offerta universitaria e della ricerca al servizio del territorio ibleo. Diversamente, conclude il direttore della “D’Alcontres” di Modica Saladino, istituzioni preposte alla gestione dei corsi universitari si vedrebbero costrette a chiudere, loro malgrado e contro la volontà degli studenti e della popolazione, le saracinesche di una gloriosa impresa formativa che ancora molto intende ed è in grado di produrre per il bene della comunità locale.