OPERAZIONE “SOGNI D’ORO”. Convalidati dal Gip gli arresti e gli ordini di custodia cautelare in carcere

Respingono le accuse, dichiarandosi estranei ai fatti contestati loro, i tre albanesi arrestati giovedì scorso a Pozzallo dalla polizia in quella che è stata denominata Operazione “Sogni D’Oro”, ai quali sono imputati, insieme ai quattro connazionali che si trovano in carcere a Ragusa, ben venticinque furti commessi tra Modica, Ragusa e Pozzallo. Ieri mattina i fratelli Bledar e Romeo Dervisci, rispettivamente di 29 e 24 anni, e Din Diebedj, serbo, 24 anni, tutti e tre clandestini, sono comparsi davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, patrocinati dall’avvocato Bartolo Iacono, per rispondere di furto plurimo aggravato in concorso, mentre i loro quattro connazionali Arti Hoxsa, 35 anni, Landi Dervisci, 26, Bledar Pasho, 22 e Kaìstriot Plaka, 26 anni, anche loro clandestini, fermati sempre dalla polizia, rispondono di ricettazione. Il magistrato ha convalidato l’arresto ed ha deciso per il mantenimento della custodia cautelare in carcere come aveva chiesto il pubblico ministero, Maria Mocciaro. Il loro difensore ha già preannunciato il ricorso al Tribunale per il Riesame di Catania. Diebedj ha detto di aver dato un passaggio in auto ai due fratelli albanesi ma questo non ha convinto il Gip in quanto il giovane non è munito nemmeno di patente di guida. Tutti e tre hanno addossato la responsabilità dei furti ad altre persone delle quali, però non hanno saputo fornire indicazioni specifiche. Del resto, nei loro confronti, c’è il fatto che la polizia li ha colti in flagranza di reato a Pozzallo. Come si diceva la gang aveva messo a segno venticinque furti accumulando un bottino complessivo di oltre sessantamila euro tra oggetti in oro, pellicce, elettrodomestici ed oggetti vari. Per molti, i topi d’appartamento, che prediligevano agire durante la notte, mentre i proprietari dormivano, avrebbero utilizzato delle sostanze narcotizzanti, ma il capo della Squadra Mobile di Ragusa, Francesco Marino ha escluso tale ipotesi. Lunedì saranno, invece, interrogati i due catanesi arrestati a Modica sempre dagli agenti del Commissariato per furto aggravato e continuato in concorso e tentato furto, Giovanni Belfiore e Giuseppe Romano, rispettivamente di 30 e 27 anni, che si trovano, come i tre albanesi, rinchiusi presso l’Istituto Penitenziario di Modica Alta.

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