CpA Pozzallo. Altro somalo trasferito in ospedale

ospedale maggioreDopo il caso di meningite, un altro giovane somalo è stato allontanato dal CpA di Pozzallo e portato all’Ospedale di Modica per via dei sintomi che gli sono stati riscontrati dai medici. Per ulteriori ed approfonditi accertamenti è stato poi subito trasferito a Scicli, anche se dai primi risultati i sospetti di meningite sono stati accantonati. Si potrebbe trattare, invece, di un caso di broncopolmonite mal curata, ma a questo punto analisi più approfondite sono obbligatorie. Nessun allarmismo, ma per motivi di sicurezza i livelli di attenzione si sono alzati. E’ ricoverato, invece, in Rianimazione all’Ospedale di Rimini il giovane somalo affetto da meningite che era rimasto per alcuni giorni nel Centro di Pronta Accoglienza di Pozzallo. Si tratta si un quattordicenne affetto, specificatamente, da meningococco, l’agente eziopatologico responsabile della meningite, ma anche di setticemia. Il minore era stato trasferito presso un centro di Arezzo ma poi, per la gravità della sua salute, si era reso necessario il trasferimento nella divisione specializzata della città adriatica da dove era partita la segnalazione per Pozzallo. Bisognerà attendere fino al 5 di agosto per escludere altri casi di meningite. Il periodo d’incubazione della malattia varia difatti da uno a dieci giorni. Solo nelle prossime ore intanto si capirà se il minorenne è affetto da meningite meningococcica, altamente trasmissibile, oppure da pneumococco, meno grave. Intanto al Cpt di Pozzallo i 270 clandestini ospiti, tutti già sottoposti a profilassi antibiotica. Francesco Blangiardi, direttore del dipartimento medico di prevenzione dell’Asp 7, non ha dubbi: “Ho autorizzato i clandestini possano liberamente entrare ed uscire dalla struttura, perché solo in questo modo si riduce il rischio di un eventuale contagio, le cui probabilità viceversa aumentano quando decine di persone si ritrovano tutte insieme in un luogo chiuso”. Non a caso la meningite era un tempo classificata come una “malattia da caserma”. “Mi sento – spiega Giuseppe Ferrera, capo servizio epidemiologia e profilassi dell’Asp 7 – di escludere fin da ora altri casi di meningite, anche perché quando è partito da Pozzallo alla volta di Arezzo, il somalo minorenne stava benissimo”. Dalle parole del medico si evince l’ipotesi, neanche tanto peregrina, che il giovane possa essersi ammalato altrove. la profilassi antibiotica è stata effettuata non solo sui 270 clandestini ospiti della struttura, ma anche sul personale di servizio e di vigilanza, comprese le forze dell’ordine. Il segretario provinciale dell’Ugl Polizia, Enzo Cavallo, fa rilevare le difficoltà alle quali devono far fronte gli agenti ogni giorno a causa di risorse ridotte al minimo e di un organico sottodimensionato: “Gli agenti – dice – non possono continuare a lavorare in condizioni così critiche. I recenti arrivi di migranti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro hanno portato il Cpt vicino al collasso, costringendo i pochi agenti a disposizione a turni massacranti, resi ancora più duri dalla dislocazione dell’ultimo gruppo di 92 clandestini nella palestra della scuola “Amore” per non rischiare il contagio da meningite, al quale sono stati invece esposti i colleghi sottoposti a profilassi antibiotica. In queste condizioni ai limiti del sostenibile i pochi uomini a disposizione non lavorano tranquilli – conclude il sindacalista – e non possono garantire sicurezza”.

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