L’ASCENSORE DI VIA ROMA DOPO SETTE ANNI E’ RIMASTO FERMO AL PALO CHIAVOLA AL SINDACO DI RAGUSA: “SI RISOLVA QUEST’ASSURDA VICENDA OPPURE SI PRENDA UNA DECISIONE DRASTICA: ELIMINARLO DEL TUTTO”

Ascensore via Roma“Tra le altre questioni che meritano attenzione ed una pronta risoluzione in città, c’è la vicenda, che sembra ormai essere diventato un caso misterioso, dell’ascensore di via Roma, al servizio dei pedoni e dei portatori di handicap, per superare il dislivello con via Natalelli”. E’ quanto sottolinea in una nota, inviata al sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, il presidente dell’associazione “Ragusa in movimento”, Mario Chiavola, dirigente provinciale de “La Destra”, che sollecita il primo cittadino ad una pronta risoluzione della delicata questione. “Non foss’altro perché – continua Chiavola – si tratta di un caso che va avanti da sette anni e che, evidentemente, non ha trovato una strada risolutiva adeguata. Ma è mai possibile che a distanza di così tanto tempo, un ente locale di solito sempre attento come palazzo dell’Aquila non sia riuscito a trovare la quadra per venire incontro ad un problema tecnico che, sicuramente sarà complesso, ma non tale da impiegare tutto questo tempo? A questo punto, faccio riferimento anche alle conoscenze tecniche del sindaco che, in qualità di ingegnere, saprà certamente fornire gli adeguati impulsi ai dirigenti affinché, a distanza di un periodo che sembra incredibile, sappiano venire a capo di una vicenda che sembra assolutamente paradossale. In pratica, l’ascensore di via Roma non ha mai funzionato, eccettuati i primi mesi di attività. In quel caso fu bloccato una prima volta. Si disse che l’intervento di riparazione sarebbe dovuto durare alcune settimane, poi alcuni mesi. Da allora sono trascorsi ben sette anni”. Chiavola, inoltre, lancia una proposta ulteriore al sindaco nel caso in cui non si dovesse trovare l’adeguata soluzione alla problematica segnalata. “Se dovesse risultare così complicato individuare una soluzione – aggiunge Chiavola – allora sarebbe meglio arrendersi, issare bandiera bianca, e decidere per un taglio netto di quella struttura da una zona che rischia di impoverirsi e imbruttirsi ulteriormente dopo la chiusura del bar Mediterraneo. Meglio, cioè, togliere, se non entreranno in funzione, quelle apparecchiature che non fanno altro se non deturpare la via che, nelle intenzioni di tutti, dovrebbe essere il salotto buono della nostra città”.

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