L’Amministrazione comunale di Pozzallo intende applicare nuove tariffe Tares senza preventiva concertazione con le associazioni di categoria. Il presidente Ascom Manenti critico: “E’ un metodo che respingiamo. Scelte penalizzanti per le imprese”

manenti ascomSi fa tutto per fare cassa. Senza curare le legittime attese delle imprese commerciali che, al pari delle altre realtà economiche presenti sul territorio, stanno attraversando un momento difficile a causa della crisi economica. Questo il commento del presidente della sezione Ascom di Pozzallo, Gianluca Manenti, dopo avere appreso che, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, era stato introdotto un ordine del giorno, con proposta di delibera senza parere dei revisori dei conti e dei dirigenti di competenza, per approvare le tariffe Tares, senza alcun tipo di concertazione per abbattere i tempi di applicazione delle stesse.
“Per fortuna – spiega Manenti – l’opposizione ha bloccato il tutto altrimenti le imprese si sarebbero trovate sul groppone altri tributi da pagare. Mi chiedo quale sia la ragione di tutto ciò. L’anno scorso la Giunta municipale aveva deliberato l’aumento della Tarsu senza sentire il bisogno di confrontarsi con le associazioni di categoria. Alle nostre rimostranze ci era stato risposto che non c’era stato il tempo sufficiente per consentire agli uffici di gestire le richieste e che era fondamentale approvare subito l’atto per l’emissione degli avvisi di pagamento. Ci era stato detto, però, che un simile metodo non sarebbe stato più adottato e che quest’anno ci avrebbero chiamati per avviare la relativa concertazione. Purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto che così non è stato. Per quale motivo? Quale giustificazione sarà addotta stavolta?”. Un tributo – la Tares – che riguarda, oltre i rifiuti, anche i servizi indivisibili del Comune (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade e del verde pubblico, polizia locale, ufficio anagrafe, etc.). Ma non risulta assolutamente collegato all’effettiva produzione dei rifiuti né è interessato a politiche volte ad una corretta gestione e smaltimento di essi: non si tiene conto se l’impresa o la famiglia attui o no la raccolta differenziata; non si tiene conto che magari una famiglia numerosa ma virtuosa dovrebbe essere premiata rispetto ad una composta da meno persone che smaltiscono tutto nell’indifferenziato.
“Da tutto questo marasma – aggiunge Manenti – si prevedono, per certe tipologie di attività commerciali, aumenti a tre cifre percentuali, una follia in un momento di crisi come quello in cui ci troviamo. Sono stati applicati i coefficienti alti, per una città media, per cittadini non numerosi, che non tiene conto del tessuto sociale della città, dei costi delle famiglie con più componenti e del contesto economico in profonda crisi. Questa Amministrazione ne ha preteso l’approvazione da parte della sua maggioranza. Senza sentire il bisogno di un confronto con le forze sindacali e datoriali della città. Il tutto esclusivamente per esigenze di cassa. Un altro aspetto che lascia da pensare è che questa Amministrazione, malgrado gli emendamenti introdotti in uno degli ultimi Consigli su nostra iniziativa insieme con la Cna, circa la riscossione del tributo, in house, con votazione unanime del Consiglio, intende disattendere anche questa indicazione. La proposta di delibera della Tares prevede, infatti, che il versamento delle prime due rate, avvenga tramite il concessionario Riscossione Sicilia Spa. La proposta stabilisce, altresì, che il versamento del tributo sui rifiuti e sui servizi (Tares) per l’anno 2013 sia effettuato in tre rate aventi le seguenti scadenze: la prima il 30 settembre, la seconda il 30 ottobre e la terza rata a conguaglio Tares. E’ stato determinato il tributo nelle prime due rate di acconto per l’anno 2013 pari all’80% del tributo complessivo applicando le tariffe vigenti nel 2012 per la Tarsu. Ed è aumentata, soprattutto, l’imposizione fiscale sulle imprese – prima con l’Imu e ora con la Tares – tanto da risultare ormai per molti insostenibile il relativo carico fiscale. Inutile affermare che, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, sarebbe invece necessario un fisco amico delle imprese e delle famiglie, un fisco cioè che vada incontro a chi produce ricchezza vera e a chi può sostenere la ripresa con maggiori consumi. L’amministrazione farebbe bene a riattivare un tavolo di concertazione per raccogliere le sollecitazioni delle parti sociali in materia di fiscalità. Nel frattempo, invitiamo i cittadini, le forze sociali, le associazioni di categoria, i sodalizi cittadini ad essere presenti in massa al Consiglio comunale di giorno 5 agosto 2013 in cui si cercherà, ancora una volta, di fare passare, senza alcun tipo di concertazione, questo provvedimento penalizzante per imprese e famiglie”.

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