Femminicidio: partita la caccia alle streghe…….a cura di Rita Faletti

imageLo strapotere dei media ha spesso come effetto, una rappresentazione estremista e quindi superficiale e poco credibile di qualunque situazione proposta in versione ideologica attraverso racconti e commenti capziosi e interviste insulse, il tutto assai lontano dal senso comune di un mortale moderatamente intelligente. I fatti vengono travasati in un calderone, per uscirne trasformati e maleodoranti, pronti per essere catalogati secondo etichette estratte a sorte tra quelle in voga in quel momento. E’ il caso del femminicidio, scelta infelice di un termine orribile, letteralmente uccisione di femmine. Respingente e tuttavia di forte impatto psicologico, la parola rimanda immediatamente all’immagine di una donna che giace in una pozza di sangue. Anche chi è refrattario a lasciarsi suggestionare ne rimane colpito, immaginarsi poi chi è incline ad accettare acriticamente, come verità assoluta, qualunque notizia. Il clima che si crea è quello dell’emergenza, che esige una risposta tempestiva e inflessibile. E così anche sull’onda dell’emotività che mai ispira decisioni e comportamenti razionali e adeguati, la Camera approva in gran fretta, il decreto legge n.93, per “prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime”. Scopo del Governo è inasprire le pene per le ipotesi di violenza sessuale, soprattutto se a danno del coniuge o di persona vicina affettivamente, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori (stalking). Tra le altre norme, il decreto legge stabilisce che la querelante, cioè la vittima, non può ritirare la querela, il che ne limita la libertà, prevede l’arresto in flagranza, che è impossibile possa avvenire dal momento che implicherebbe la presenza costante delle Forze dell’Ordine. Inoltre, nei casi di maltrattamenti in famiglia e di stalking, vengono assicurate alla vittima garanzie processuali come la continua informativa dello stato del procedimento, cosa negata persino ai parenti delle vittime di stragi. Altra assurdità: chiunque può accusare di maltrattamenti in famiglia, dietro la garanzia dell’anonimato. C’è da aspettarsi, senza voler pensare troppo male, che più di qualcuno ne approfitterà, magari per vendetta o per regolare finalmente vecchi dissapori e diatribe di poca entità. C’è poi una norma che prevede il permesso di soggiorno agli stranieri oggetto di violenza o abuso. Anche qui è facile preventivare che diverse denunce avranno lo scopo di ottenere con facilità il soggiorno. Il decreto comprende anche provvedimenti che nulla hanno a che fare con il femminicidio perché riguardano la violenza negli stadi, il furto di rame ecc.. La mediocrità e lo stato di perenne confusione dei politici non poteva che dare vita ad un decreto pastrocchiato e ottuso, segnato da furori oscurantisti degni della caccia alle streghe. Ma veniamo alla realtà che è inconfutabile e mette in luce la qualità crociatizzatrice del decreto ma anche l’intento di batter cassa e trovare fondi per gli “amici”. Se si considera seriamente la questione degli omicidi a danno delle donne, si scopre che nella civilissima e femminista Finlandia, il numero di omicidi con vittime le donne, è il più alto finora registrato in Europa. Anche la Germania percentualmente ci supera, anche se di poco, una volta tanto per qualcosa di negativo. Per tornare all’Italia, da 30 anni a questa parte, il tasso non è cambiato in modo sensibile in quanto il “recente aumento di femminicidi in Italia” di cui si parla, rappresenta una fluttuazione periodica. Il problema si riduce ad alcune decine di delitti all’anno. Si evince che si è fatta un’operazione di mistificazione e ancora una volta, secondo me, la cura è peggio della malattia.

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