Le dichiarazioni del Procuratore di Ragusa, Petralia. Modica, reazione di Scarso

carmelo scarsoCARMELO PETRALIA PROCURATOREIl Procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia( a dx), esprime i suoi concetti circa l’accorpamento del Tribunale di Modica a Ragusa e si scatenano le reazioni anche sul web. L’ex presidente del consiglio comunale di Modica, l’avvocato Carmelo Scarso(a sx), in prima persona, non le manda a dire. “Quella dell’accorpamento dei due tribunali e delle due procure – ha dichiarato Petralia – è una legge dello Stato e va rispettata. Alcune istituzioni modicane hanno abdicato, in tal senso, a un compito educativo nei confronti dei propri amministrati, eccitando gli animi con sterili prese di posizione. All’inizio ci sarà qualche disagio per lavoratori e cittadini in genere, ma, a regime, l’unificazione si rivelerà proficua. Stiamo facendo tutto il possibile perché quest’ultimo obiettivo si realizzi, ma è indispensabile che tutti collaborino”. Parole che a Scarso non sono piaciute. Il legale modicano si è seduto al computer ed ha scritto una lunga lettera al magistrato ragusano che riportiamo di seguito integralmente.

Signor Procuratore,

ho letto di Sue dichiarazioni, riprese da organi di stampa, in merito all’accorpamento degli Uffici Giudiziari di Modica con quelli di Ragusa.

            Ho rappresentato fino al mese di Giugno u.s. le “istituzioni modicane” nella qualità di Presidente del Consiglio Comunale. In tale funzione ho cercato, nei limiti delle mie possibilità, di evitare la soppressione della “Istituzione giustizia” della mia Città e del suo circondario giudiziario.

MI CONSENTA

·         di non accettare la gratuita accusa di avere abdicato al compito educativo nei confronti dei miei concittadini “eccitando gli animi con sterili prese di posizione”. Comprendo la Sua presa di posizione quale rappresentante della “legge”, ma sia come avvocato che come rappresentante delle istituzioni era ed è ancora oggi mio imprescindibile dovere tutelate il  “diritto” dei cittadini del circondario giudiziario alla conservazione della Istituzione. Sul territorio circondariale, i soppressi Uffici Giudiziari hanno efficacemente contribuito alla formazione di una consolidata “cultura della legalità”, vanto ed esempio di tutta la Sicilia. Per costituire e costruire tale cultura si rendono necessari tanti secoli di attività giudiziaria, a distruggerla bastano soli pochi anni, come insegnano i Padri della cultura giuridica;

·         di contestare il giudizio di “sterilità dell’azione di difesa”. Se con ciò fa riferimento al risultato di una lotta, non dimentichi che le ragioni più fondate soccombono rispetto all’esercizio del potere fine a se stesso (legge o non legge non rileva), come ha inequivocabilmente dimostrato la condotta intransigente dell’attuale Ministro della Giustizia nonostante gli spazi normativi di interventi correttivi. E’ storia di sempre che gli uomini che soccombono sono terroristi (nella specie rappresentanti istituzionali diseducativi), e quelli che prevalgono sono eroi, ….. a prescindere dai valori in campo;

·         di leggere fra le righe delle Sue dichiarazioni note di preoccupazione, per non dire di nervosismo. E ne ha ben donde. Invero, l’adeguamento della vecchia, incapiente e debole struttura giudiziaria di Ragusa non lascia dormire sonni tranquilli. Non considerandone il problema della antisismicità (la morte di 27 bambini ed una maestra a San Giuliano di Puglia il 31/10/2002 Le ricorda qualcosa ?), la verifica delle condizioni di legge (anche questa “è una legge dello Stato che va rispettata”, secondo il suo preciso richiamo alle istituzioni modicane), sulla sicurezza degli operatori di giustizia (25 mq per ciascuno, vie di fuga ed altro) anche alla fine dei lavori di adeguamento, potrebbe rivelarsi foriera di chiusura della struttura e di intoppo al corso della giustizia. Per non dire che la costrizione imposta al Comune di Ragusa dei lavori di adeguamento, di cui si deve dare doverosamente atto, è fondata sulla evidente violazione dell’art. 10 del D.Lvo n. 155/2012 (Clausola di invarianza), in cui espressamente si legge: “Dal presente provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Se le risorse finanziarie del Comune di Ragusa sono da annoverare fra quelle di “finanza pubblica”, l’impiego di tali risorse è disposto in violazione alla legge;

·         infine, di invitarLa a fare un doveroso passo indietro ed ammenda per due specifici motivi: il primo, perché la sua disavveduta esternazione ha offeso la sensibilità di Cittadini, defraudati di una ulteriore istituzione, la cui difesa, in un contesto di civiltà giuridica, è titolo di vanto e non di demerito e nessuna autorità, neppure quella di un uomo di legge quale è Lei, può scalfirne la nobiltà e la legittimità degli intenti; il secondo, lo mutuo dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: “Sottolineando la massima discrezione imposta alle autorità giudiziarie, la Corte rammenta che questa discrezione deve indurle a non utilizzare la stampa, neanche per rispondere alle provocazioni. Così vogliono gli imperativi superiori della giustizia e l’importanza della funzione giudiziaria” (CEDU, 9/07/2013 in ric. n. 51160/06 – Di Giovanni c. Italia, § 80; e, mutatis mutandis, Buscemi c. Italia in ric. n. 29569/95, § 67, CEDU 1999 VI; Kayasu c. Turchia ricc. nn. 64119/00 e 76292/01, § 100, CEDU 2008; Poyraz c. Turchia, ric. n. 15966, § 69, CEDU 2010).

            Et de hoc satis.

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