Sono ancora sotto shock i circa 130 eritrei ospitati al centro di primo soccorso, dopo lo sbarco tragico di lunedì scorso. Ognuno di loro ha la sua storia da raccontare. Storie di dolore ma anche di speranza. E tra tutte struggente e tragica è quella di un piccolo eritreo di poco più di tre anni, che dopo aver assistito alla morte della sua mamma in Libia, prima della partenza, ha visto annegare il padre tra i tredici sfortunati. Ma per il piccolo tra tanto dolore, uno spiraglio. Ha infatti ritrovato una zia tra gli altri ospiti del centro arrivata nello sbarco precedente. Appena l’ha vista, raccontano alcuni di loro, le ha buttato le braccia al collo abbracciandola. Ma a piangere il loro morti anche altri familiari che hanno avuto sorte migliore. A tre di loro è toccato il triste incarico di identificare i loro cari annegati. Si sarebbero gettati in acqua per la paura di essere presi dalle forze dell’ordine. Ma c’erano oltre tre metri di fondale ancora e chi non sapeva nuotare ha pagato tutto con la vita. Ancora 8 di loro restano ricoverati in ospedale. Una donna in gravidanza al Cannizzaro di Catania, gli altri, tra cui un’altra donna in gravidanza e il marito, tra il nosocomio modicano e gli ospedali di Ragusa. Alcuni lotterebbero ancora tra la vita e la morte. E anche Pozzallo, con una sua rappresentanza istituzionale con anche i volontari della Protezione Civile, ha partecipato ieri alla giornata di lutto cittadino promossa a Scicli. Intanto al centro si contano circa 330 migranti. Ieri 20 minori sono partiti alla volta di Augusta e Vittoria, mentre tutti i siriani sono già andati via.
Lo sbarco di Sampieri. Al CpA di Pozzallo ancora shock tra i migranti. Tante storie da raccontare
- Ottobre 2, 2013
- 10:43 am
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