Oltre 50 Comuni sono già tagliati fuori dalla possibilità di stabilizzare o anche solo prorogare i contratti dei precari perchè hanno «semplicemente» sforato il patto di stabilità o si sono spinti fino al pre-dissesto se non al vero e proprio default. Mentre la legge sugli Lsu fatica a uscire dal tavolo della giunta regionale, arrivano i primi dati che descrivono la difficoltà a cui i sindaci e Crocetta andranno incontro da gennaio. L’assessorato regionale agli Enti locali ha completato un monitaraggio sulla situazione economica dei Comuni. Il riferimento è ai vincoli di bilancio a cui si aggancia le legge su proroghe e stabilizzazioni: un testo scritto dalla giunta ricalcando le recenti norme nazionali. In base ai dati ufficiali Messina, Ragusa e Trapani sarebbero già tagliate fuori al pari di altri grandi centri che – in base ai dati dell’Ifel, fondazione dell’Anci – hanno sforato i tetti di spesa nel 2012. A questi si aggiungono 5 centri dichiarati in dissesto dalla Corte dei Conti (Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Milazzo, Scaletta Zanclea e Comiso) e altri 6 che si trovano in pre-dissesto, sottoposti a piani di rientro dal deficit (Itala, Racalmuto, Riposto, Tremestieri, Motta Camastra e Cefalù).
«In base ai vincoli nazionali – spiega l’assessore regionale al Personale, Patrizia Valenti – possono stabilizzare solo i Comuni con i conti in regola». Ma l’allarme è scattato perchè «anche le proroghe – aggiunge la Valenti – non sono fini a se stesse e vanno legate alle future stabilizzazioni»: chi non è in condizioni di dare il posto fisso, anche se fra tre anni, non può neppure prorogare gli attuali contratti.
E la situazione può perfino peggiorare: «Le ultime norme nazionali sull’Imu – spiega il presidente dell’Anci, Paolo Amenta – stanno costringendo i Comuni a riscrivere in tutta fretta i bilanci per togliere le quote fiscali che non verranno incassate. Così aumenterà il numero delle città che andranno in dissesto». E aumenteranno i sindaci che non possono neppure fare le proroghe: «C’è un altro studio – conclude Amenta – che mostra come in base alle piante organiche nel triennio i Comuni potrebbero stabilizzare 14 mila degli attuali 18.500 precari. Ma in base ai vincoli di bilancio questo numero scende ad appena 3 mila stabilizzazioni».
Anche per questo motivo Crocetta ha convocato sindaci, sindacati (ma non gli autonomi dell’Mgl) e leader di partito. Il presidente vuole un patto sulla parte più contestata della norma regionale: «L’elenco unico dei precari che andremo a formare – conclude la Valenti – permette di avviare proroghe e stabilizzazioni in un contesto regionale e non legato al singolo Comune. In pratica i precari potranno essere trasferiti in altri Comuni pur di non perdere il posto». Su questo i sindacati autonomi sono sul piede di guerra e Crocetta vuole evitare che i partiti cavalchino la protesta.
Il presidente vuole anche un fronte nel pressing su Letta. Si spera in extremis nell’allargamento dei vincoli di bilancio. È il Pd che sta lavorando in questo senso: «Se Letta non ci dà una mano, qui saltano anche le proroghe» sintetizza Baldo Gucciardi. Mentre il segretario Giuseppe Lupo sottolinea i rischi per lo scontro in atto fra Crocetta e l’Udc del ministro D’Alia: «Basta con questo scaricabarile inaccettabile. Crocetta e D’Alia si sono incontrati più volte assicurando che il problema sarebbe stato risolto ma di cosa si siano detti, il Pd non è mai stato informato».
Conti in rosso in cinquanta Comuni. Per i precari è in bilico pure la proroga
- Dicembre 2, 2013
- 8:48 am
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