Ragusa. Servono criteri omogenei in tutta Europa per la circolazione e l’utilizzo del contante. Il presidente del sindacato gioiellieri Buscemi condivide e sostiene la linea propugnata dal vertice nazionale Aquilino

Enzo Buscemi presidente Associazione gioiellieriCi auguriamo che si prosegua con celerità sulla strada dell’adozione di criteri omogenei per la circolazione e l’utilizzo del contante, coinvolgendo in primis i Paesi membri dell’Ue, ma intervenendo anche a livello internazionale più ampio, come, in effetti si è già in parte riusciti a fare con gli Stati del G8 e del G20, che hanno inserito il tema nell’agenda dei loro summit. E’ quanto rilevato dal presidente di Federpreziosi Giuseppe Aquilino dopo gli interventi del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, sul delicato argomento. Un percorso condiviso dal presidente del sindacato provinciale gioiellieri aderente a Confcommercio, Enzo Buscemi, il quale dichiara che “a livello Ue è ancor più importante che si continui a focalizzare maggiormente e con rapidità, l’attenzione sugli interventi che attengono alle disparità di condizioni per quanto concerne i costi delle transazioni, i limiti dell’utilizzo del contante così inspiegabilmente e ingiustamente discriminanti per alcuni Paesi, in testa a tutti il nostro. Vale la pena di ricordare ancora una volta – continua Buscemi – l’enorme discrepanza della nostra soglia dei 1.000 euro nei confronti di altri Paesi come, per citarne solo alcuni, Belgio con 15.000 euro, Danimarca 13.400 euro, Francia 3.000 euro, Romania 2.300 euro, Slovenia 15.000 euro, Spagna 2.500 euro, mentre negli altri Paesi non vi è alcun limite. Solo in Portogallo e in Grecia sono in vigore limiti restrittivi paragonabili ai nostri: 1.000 euro nel primo caso e 1.500 euro nel secondo”. “Lo studio pubblicato da Bankitalia nel gennaio 2013 – dice ancora il presidente provinciale – ha evidenziato come il problema dell’economia sommersa non sia sufficiente a spiegare il basso utilizzo di strumenti di pagamento elettronici nelle transazioni al dettaglio ma quanta rilevanza abbiano anche fattori di sviluppo, quali la capacità innovativa e il reddito pro capite. Il nostro Paese si è adeguato con grandi sacrifici di tutti, e di alcune categorie in particolare, a regole imposte e penalizzanti al punto tale che rischiano di compromettere possibilità di ripresa in tempi ragionevolmente brevi per permetterci la pura e semplice sopravvivenza. E qui sta a noi continuare a mantenere la pressione per quanto concerne il nostro sistema politico e finanziario”.

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