Non serve scrutare i fondi del caffè, affidarsi ai tarocchi o ai vari super astrologi per avere un’idea di come saranno i prossimi 365 giorni, basta ricordare i 365 trascorsi. Il futuro è facilmente prevedibile perché è già nel presente e in alcuni eventi chiave del 2013. I due Papi.
La rinuncia di Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco. Rinuncia per inadeguatezza, da parte del teologo colto e raffinato, al difficile compito di guidare la Chiesa fuori dagli scandali e dalle tempeste che ne hanno minato la credibilità, e passaggio di consegne al Papa pop. Atteggiamenti e linguaggio nuovi assecondano i cambiamenti e le mode in atto nel mondo, offrono una panacea alle masse di fedeli in cerca di punti di riferimento e risposte a necessità più di carattere temporale che spirituale. In un’epoca in cui si è persa la capacità di astrazione come mezzo di conoscenza della realtà, i valori non possono essere veicolati se non da beni materiali: “ Tutti devono avere una casa, senza casa non c’è famiglia” ha detto Papa Francesco. Affermazione che esprime una indubbia verità, ma nega il contenuto spirituale del messaggio cristiano. Il binomio fede-ragione di Benedetto XVI ha ceduto il posto al binomio casa-famiglia di Francesco. Senza chiarire a che tipo di famiglia alluda. Le parole del Pontefice vanno sempre più in direzione politica. Nulla di strano. Dopo sindacalisti e magistrati è nell’ordine delle cose che anche i Papi aspirino alla creazione di un partito dai contorni meno delineati ma dall’impatto più forte. Un partito che ha come obiettivo una generalizzata forma di wellness, una sorta di spa per il benessere del corpo di cui beneficia anche l’anima. Ma nel binomio casa-famiglia, quale dei due è decisivo per la costruzione dell’altro? La casa o la famiglia? Devono necessariamente coesistere o possono esistere separatamente? Secondo la tradizione, la seconda ipotesi sembra più verosimile. Per il Papà sembrerebbe di no. Prima la casa, poi la famiglia. Con conseguenze oltre che non convenzionali anche pericolose.
Tragedia di Lampedusa
Oltre trecento i migranti che hanno perso la vita per trovarne una migliore lontano da paesi in cui la precarietà è totale. Commozione, lacrime, promesse e proclami. “Non deve succedere mai più. Bisogna abolire la Bossi-Fini.” Sta bene, ma non basta a cambiare le cose. La prima cura della malattia è la corretta diagnosi. Perché non si è previsto che i flussi migratori da paesi in cui infuria la guerra civile sarebbero aumentati? Cosa hanno fatto le istituzioni perché potessimo prepararci ad accogliere ed ospitare in modo decoroso disgraziati in fuga? Sono stati stanziati denari? Quanti? A chi è stato affidato l’incarico di spenderli e come? A giudicare da quello che abbiamo visto, hanno preso strade diverse e sono finiti nelle tasche sbagliate. Quei pochi arrivati a destinazione sono stati impiegati secondo il solito pressappochismo e la solita incompetenza con cui vengono sprecati i soldi del contribuente in questo paese. E sempre guardandosi bene dall’applicare la regola della trasparenza.
I Marò.
Altro esempio di confusione ed inefficienza delle istituzioni. Staffan de Mistura, ex sottosegretario, ex membro dell’ONU, ha più volte espresso ottimismo rispetto alla soluzione del problema. I due Marò sono ancora in India, in attesa di processo, tra polemiche, rimpalli di responsabilità, dimissioni di ministri, accuse di scarsa affidabilità rivolte all’Italia. L’attuale occupante della Farnesine, la Signora Bonino, sembra aver perso lo smalto delle sue passate battaglie combattute per il divorzio, l’aborto e la legalizzazione delle droghe leggere. Campionessa dei diritti civili, la stimata esponente del Partito Radicale vede nella libertà un diritto di secondaria importanza.
Caso Cancellieri.
La famigerata telefonata della Guardasigilli per sollecitare la scarcerazione di Giulia Ligresti è uno dei numerosi esempi di malagiustizia. A chi le chiedeva le dimissioni, la Cancellieri ha risposto con determinazione che non intendeva farlo a meno che non fosse il Governo a richiederle. Imbarazzo per Letta, il PD e il PDL, superato presto dalla certezza dell’appoggio di Napolitano, mentre i Cinquestelle strepitavano, e giustamente. Incassata l’ennesima figuraccia davanti all’Europa, macchiata per sempre la reputazione fino ad allora immacolata della nonna d’Italia, rafforzata la convinzione che l’odiosa pratica dei favori ai potenti sia diffusa e radicata.
Decreto salva-Roma.
Sul finire del 2013, si profila all’orizzonte un’altra grana per il Governo. Nel decreto vengono incluse le cosiddette “marchette”, provvedimenti che nulla hanno a che fare con il salvataggio della capitale dalla bancarotta. Ennesimo tentativo di truffa ai danni del contribuente, sventato dai 5stelle, Lega, FI e renziani che insorgono contro la solita pratica del log rolling, lo scambio di favori tra politici e loro clientele. Interviene Napolitano che stoppa tutto e invita il Governo ad agire con più prudenza e senso di responsabilità. Come andrà a finire? Quello che è uscito dalla porta entrerà dalla finestra col decreto “milleproroghe” e graverà sui conti dello Stato, cioè su noi tutti. Letta sta anche cercando di far saltare fuori i soldi per i rifiuti della Capitale (oltre 20 milioni). Nel frattempo il sindaco ciclista ha liberato dai porcili alcuni maiali che i romani hanno visto e fotografato mentre frugavano nei pressi di cassonetti nella zona Boccea. Come al Cairo, dove invece hanno preferito le capre.
Allora, cosa ci aspettiamo? Continuerà a pagare pantalone. Quindi replica delle furfanterie e idiozie del 2013. E per esorcizzarle: per il 2014 meno forchette e più forconi!
Auguro ad RTM e a tutti i suoi lettori un sereno 2014.
La politica nel 2014 del: noi faremo, saremo, andremo.….a cura di Rita Faletti
- Gennaio 2, 2014
- 3:59 pm
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