Nel sacco della Befana: Renzi e …Berlusconi. A cura di Rita Faletti

matteo renziRenzi è già al lavoro. Ha lasciato passare il Capodanno e, prendendo in contropiede Letta e i lettiani, ha annunciato che entro febbraio avremo una nuova legge elettorale. Poi, qualunque sia la posizione di Alfano, procederà per la sua strada che dovrebbe portare al riconoscimento dei matrimoni tra omossessuali. A che punto è il rapporto tra Matteo e Letta il giovane? Il primo continua a rassicurare il secondo che se il Governo farà quello che serve al Paese, non avrà motivo di mettersi di traverso; intanto però non manca di sottolineare la distanza tra sé e il premier con cui non vuole essere omologato. E le opposizioni? Grillo è più che mai deciso a chiedere l’impeachment di Napolitano e il voto subito con il “mattarellum”, l’ultima legge elettorale che ritiene legittima. Dalle parti di FI, Berlusconi, dopo l’ultima comparsa ufficiale davanti ai suoi, si tiene defilato. Osserva e medita un piano di attacco. Sa che il Governo, nonostante i tutori europei e il Presidente della Repubblica, si mantiene sotto la linea di galleggiamento. Se finora non è affondato, il merito non è certo dell’abilità dei due timonieri. Ma Letta non si illuda che la “menata” possa andare avanti per molto ancora. Napolitano nel suo discorso di fine anno ha lasciato intendere che la sua creatura deve cominciare a stare in piedi sulle proprie gambe. Forse strizzando l’occhio a Renzi, il quale ha prontamente risposto con parole di apprezzamento per il Presidente. Obiettivamente, l’energia e la sicurezza ostentate dal neo segretario del PD, più che confermare sembrano smentire l’apparentamento generazionale con il Premier, il quale tanto ha battuto sul tema della novità assoluta della giovane leadership nella politica italiana. I due appartengono a due mondi diversi, se non addirittura antitetici. Lo sa bene Berlusconi che, guidato da un fiuto formidabile, evita di rilasciare dichiarazioni e di occupare la scena come in passato. Sa anche che Renzi aspira alla poltrona di premier e per conquistarla non può chiudere a nessuno. Proprio come lui che deve riprogrammare il proprio ruolo all’interno delle forze di centro destra ora che non è più in Parlamento. Così rimane dietro le quinte con il vantaggio di poter osservare senza essere osservato, sapendo che l’ago della bilancia sarà ancora lui quando si deciderà la legge elettorale. In questa situazione, chi rimane inchiodato al suo posto è Letta, che non ha capito che la stabilità da lui tanto celebrata è un’arma spuntata nelle sue mani. Renzi e Berlusconi, molto più affini tra loro nonostante il gap generazionale, stanno giocando la loro partita con astuzia. Sono rivali e consapevoli di che pasta è fatto l’altro. Da una parte il carisma ancora immacolato, dall’altro le giravolte fantasmagoriche di un leader riconosciuto tale anche dagli oppositori. Senza di loro, la politica nostrana è destinata ad una stagnazione perenne.

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