Questo è un momento difficile per i piccoli centri montani. Su questo interessante quanto attuale problema è stato intervistato il professore Giuseppe Scollo, studioso e storico monterossano autore di vari libri. ” I piccoli centri oggi stanno attraversando un momento difficile, nonostante gran parte della popolazione italiana vive ancora in essi e nonostante molti siano ricchi di storia e di cultura per la loro origine remota. La loro ubicazione – ribadisce lo studioso Scollo – è stata sempre funzionale all’attività agricola, che richiede la presenza assidua e continua dell’uomo e che sino alla metà del secolo scorso era l’attività predominante in Italia. Quando poi si sono cominciati a sviluppare l’industria e il terziario ed è stata trascurata l’agricoltura, i piccoli centri hanno cominciato a perdere colpi. Molti di essi oggi, soprattutto quelli montani e quelli più distanti dalle grosse metropoli, rischiano di essere molto ridimensionati, se non addirittura di scomparire, insieme a tutto il loro bagaglio storico e culturale accumulato nel corso dei secoli. Molti giovani, infatti, figli di braccianti e di artigiani locali, anziché continuare l’attività dei loro genitori, tendono a trasferirsi in città o ad emigrare all’estero dove sono maggiormente concentrate le industrie e i servizi. Questi giovani, soprattutto se riescono a intraprendere un’attività prestigiosa, una volta usciti dai loro paesi, difficilmente pensano di ritornarvi perché qui non solo non troverebbero un lavoro adeguato alle loro aspettative, ma non troverebbero più nemmeno l’ambiente e gli amici di un tempo e in alcuni casi nemmeno i parenti: nei paesi, infatti, stanno rimanendo solo i vecchi che man mano che vanno scomparendo non vengono rimpiazzati in egual misura dalle nuove generazioni. Di conseguenza la vita sociale si va sempre più appiattendo e si sta diffondendo anche la convinzione che per essi non c’è più alcuna speranza di sviluppo. In Sicilia fino ad ora la regione ha cercato di attenuare il flusso emigratorio da questi comuni elargendo sussidi che nella maggior parte dei casi poi sono stati utilizzati per scopi assistenzialistici . L’assistenzialismo, però, è un sistema che costa, ma non produce e a lungo andare si dimostra inefficace e insostenibile, soprattutto nei periodi di crisi economica, come in questi ultimi anni. Per di più questo tipo di politica, oltre a mostrarsi inefficace sul piano economico e demografico – afferma il professore Scollo – , ha indotto molte di queste amministrazioni locali a sottovalutare i vantaggi di una buona gestione delle risorse a loro disposizione, ha mortificato ogni spirito di iniziativa nella maggior parte dei cittadini facendo morire in questo modo quasi tutte le attività produttive e sta facendo perdere progressivamente a questi paesi anche la loro identità storica e culturale e quando una comunità perde la sua identità è difficile costruirsene un’altra e allora è molto probabile che vada verso l’estinzione. La responsabilità di questa situazione, dunque, – continua lo storico Giuseppe Scollo – non è da addebitare solo alle circostanze storiche ed economiche generali e alle errate scelte politiche dei governi centrali, ma anche alla scarsa perizia e lungimiranza di molte di queste amministrazioni locali che, anziché impegnare i fondi ricevuti dallo stato e dalla regione per riscoprire ed incrementare le attività produttive, quali l’agricoltura e l’artigianato, e crearne delle nuove, come il turismo, li hanno utilizzati in opere fini a se stesse al di fuori di ogni progettualità. Fra questi comuni c’è anche Monterosso. Qui negli ultimi cinquant’anni la popolazione si è quasi dimezzata. Da diversi anni non si parla d’altro che di questo problema, specialmente nelle tornate elettorali per il rinnovo delle amministrazioni, ma alla fine si continua a fare come si è fatto sempre. L’obiettivo principale dei vari schieramenti politici – asserisce Giuseppe Scollo – continua ad essere quello di racimolare voti per vincere le prossime elezioni e sedersi ai tavoli del potere per alcuni anni ancora. Come giustificazione di questo immobilismo vengono indicate le scarse risorse del territorio e la drastica diminuzione dei trasferimenti da parte della regione in questi ultimi anni. Non si fa nulla invece per gestire meglio le risorse che si hanno a disposizione, anche se poche, investendole bene in attività produttive, eliminando gli sprechi e riorganizzando tutta la macchina amministrativa, seguendo un dettagliato piano di sviluppo, come stanno facendo alcuni comuni montani virtuosi. In effetti la politica a Monterosso sembra essere allo sbando – afferma lo studioso Scollo – e non riscuote alcuna fiducia presso i cittadini. Ormai è diventato difficile persino trovare dei candidati per le elezioni amministrative. Non è un caso – afferma sempre il professore Giuseppe Scollo – che su quindici consiglieri otto sono militari il cui obiettivo è quello di avvicinarsi alle proprie famiglie. Il Consiglio Comunale sembra ormai svuotato delle sue funzioni – ribadisce lo Scollo – in quanto discute di argomenti che riguardano solo piccoli problemi interni o di determinati gruppi di persone e non dell’intera cittadinanza, tanto è vero che ormai non partecipa più quasi nessuno alle sue sedute. Non c’è alcuna progettualità, ma si va avanti alla giornata. Non si pensa a un raccordo politico allargato a tutti i comuni del comprensorio degli Iblei, compresi quelli appartenenti ad altre province. Questo infatti è l’unico modo per valorizzare meglio il paese e il suo territorio, visto che Monterosso è un paese periferico della provincia di Ragusa, che confina direttamente con comuni appartenenti alle province di Catania e di Siracusa, che molti suoi cittadini possiedono terreni appartenenti ai territori di questi comuni e che le vie di collegamento del paese intersecano i loro territori. Concludendo, io credo che, anche se la popolazione di questi comuni continuerà a decrescere ancora nei prossimi anni, tuttavia non rischiano di estinguersi finché ci sarà un po’ di agricoltura. Però col calo della popolazione sarà ridimensionato anche il loro ruolo e di conseguenza anche la quantità e la qualità dei servizi incidendo negativamente sulla qualità della vita. E’ indispensabile quindi – afferma ancora Scollo – che le classi dirigenti di questi comuni, insieme alle rispettive popolazioni, prendano coscienza di questa situazione e nel prossimo futuro non restino solo a guardare il treno dello sviluppo che passa velocemente dinanzi ai loro occhi, ma vi salgano anche loro per non restare indietro, magari portando con sé qualche esperienza del loro passato che non è irrilevante. Per riuscire meglio in questo obiettivo è indispensabile mettere insieme, con lucidità e lungimiranza, gli interessi dell’intero comprensorio montano di cui fanno parte, al di là di ogni spirito campanilistico, in modo che, valorizzando l’intero comprensorio, vengano valorizzati anche i suoi componenti. Solo così queste classi dirigenti potranno riuscire ad essere più credibili e a risollevare le sorti dei loro paesi.” ( nella foto il professore Giuseppe Scollo nel suo studio a Monterosso Almo durante l’intervista)
Monterosso Almo: Intervista allo studioso e storico professore Giuseppe Scollo sul momento difficile che stanno attraversando i centri montani in particolare quelli della provincia iblea.
- Gennaio 23, 2014
- 5:21 pm
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