Il consiglio comunale di Modica stanotte ha approvato dopo ben sei ore di lavoro,la rimodulazione del Piano di Riequilibrio. Per la terza volta si tenta di evitare il dissesto. L’atto che ha impegnato per diverse ore la civica assise è un passaggio molto importante anche se non mancano le polemiche. Il sindaco Ignazio Abbate plaude al raggiungimento dell’obiettivo, il Pd e di Sel sono critici. “Stiamo consegnando alla città un Piano di riequilibrio fondato su basi solide. Uno strumento che presenta 10 misure correttive e che colma le mancanze che caratterizzavano il piano precedente”. Lo dice il primo cittadino all’indomani dell’approvazione, dopo il parere favorevole espresso dal collegio dei Revisori dei Conti.
“Siamo giunti finalmente a un Piano che rispetta le esigenze della città e dell’amministrazione, grazie alla legge che ci ha consentito di poterlo rimodulare. Basta elencare i numeri e le misure inserite per evidenziare il divario con il piano precedente e le lacune che conteneva”. Il nuovo Piano presenta misure indirizzate al ripianamento del disavanzo, misure sul personale, misure sulle entrate tributarie ed extratributarie. Nel Piano emerge un avanzo di amministrazione di circa 5.500.000 euro per il 2013 che riduce il disavanzo precedente. In aumento lo stanziamento per l’SpM. Da 2.250.000 euro si passa a 2.800.000 euro per l’anno 2014. Aumenta anche lo stanziamento di 250.000 euro per il settore dei servizi sociali rispetto alle somme indicate nel piano precedente. Si passa da 2.600.000 euro a 2.850.000 euro. Nel nuovo Piano, continua, sono contenute inoltre le misure per il potenziamento delle tecnologie informatiche rivolte alla progressiva riduzione della spese corrente per il funzionamento dell’ente (consumo di carta, stampanti, toner).
“Per quanto riguarda la lotta all’evasione e alle entrate tributarie, voglio ribadire il nostro Comune si concentrerà sul contenimento della tassazione in discontinuità con gli altri comuni d’Italia.
Nel nuovo Piano, mi preme sottolinearlo, sono stati inseriti dati certi con azioni rivolte principalmente al ripianamento dei debiti fuori bilancio e al ripianamento del disavanzo.
Desideriamo restituire alla città quello che è mancato in tutti questi anni: un bilancio consolidato fondato su basi solide e una sana programmazione di rilancio dell’economia del territorio. E’ arrivato il momento di puntare allo sviluppo e alla crescita, offrendo ai nostri cittadini servizi adeguati. Le azioni che abbiamo intrapreso, con l’incisiva attività di marketing territoriale, daranno presto le risposte che il territorio attende da parecchio tempo”.
La risposta dei consiglieri comunali del partito Democratico e di Sel è perentoria. ” In quest’occasione, come già avvenuto il 14 luglio alla prima rimodulazione – dicono – l’Amministrazione Comunale e la maggioranza che la sostiene hanno rivelato tutti i loro limiti e la loro superficialità; infatti, la proposta originariamente elaborata dall’Amministrazione Comunale è stata interamente ribaltata dal Collegio dei Revisori dei Conti che, in questa occasione, ha dato un contributo senza precedenti, affinché il provvedimento potesse essere tecnicamente discusso.
A dispetto delle affermazioni sulla normalità raggiunta dal Comune di Modica in merito alla situazione finanziaria, l’Amministrazione Comunale ha dovuto prendere atto che il futuro finanziario del Comune dipende dall’approvazione definitiva del Piano da parte del Ministero e della Corte dei Conti.
Dietro i dati numerici, che rivelano una forte criticità nella riscossione degli oltre quaranta milioni di euro di tributi degli anni precedenti, ci si è trovati, improvvisamente, a soli due mesi dall’approvazione del bilancio di previsione a dovere ridurre di oltre tre milioni di euro la previsione dell’Imu per il 2013, nonostante avevamo messo in guardia già allora.
Ancora una volta, come denunciato da mesi, l’Amministrazione Comunale dimostra la sua inadeguatezza ad affrontare sul serio la questione finanziaria, nonché la sua arroganza che, grazie alla forza dei numeri, non ha permesso una discussione serena ed approfondita dell’argomento.
Come fatto nelle due precedenti occasioni, avremmo votato favorevolmente se solo ci fosse stata la volontà di dialogo e confronto; il nostro voto di astensione rappresenta un atto di rispetto e di impegno nei confronti della nostra città, per affermare la volontà di contribuire responsabilmente, anche dall’opposizione, a tentare di risolvere la crisi finanziaria del Comune, ma non condividendo in tutto la proposta.
Perfino emendamenti presentati dalla minoranza su proposte rivolte al miglioramento dell’attività di riscossione o per ridurre le spese non obbligatorie, elementi fondanti di un credibile Piano di risanamento, sono stati respinti senza alcuna motivazione, come quello che non condivide l’esternalizzazione della riscossione coattiva dei tributi, o il ripristino delle indennità di carica e dei gettoni di presenza senza una consistente riduzione o la previsione di vendita di immobili, come l’ex macello in Via Fontana o la villetta di Via Silla”.