L’emergenza sbarchi continua e la Polizia di Ragusa arresta altri 3 scafisti.

DROUICHE Lounes 31.12.1971  AlgeriaID Mouhamed 17.10.1983  EgittoLa Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Tenenza della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha eseguito il fermo di Lounes Drouiche, algerino di 43 annni, Mamdouh Salem, egizioano di 28 anni e Mouhamed Id , egiziano anch’gli di 31 anni, in quanto si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di extracomunitari di varie nazionalità. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perchè è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  SALEM Mamdouh 03.12.1986  EgittoGli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di oltre 170 migranti di diverse nazionalità e tra loro vi erano numerosi minori anche neonati.  Alle ore 11.30 di lunedì un Pattugliatore della Guardia di Finanza riceveva una segnalazione relativa alla probabile presenza di un’imbarcazione clandestina a circa 40 miglia Est da Siracusa. Nelle ore successive ed esattamente alle 13.15 avvistava l’imbarcazione clandestina con numerosi migranti a bordo. Procedevano a tutte quelle operazioni di salvaguardia per la vita umana e facevano giungere sul luogo delle operazioni anche la motovedetta della Guardia Costiera per provvedere al trasbordo dei migranti, il cui numero complessivo era di circa 170.
A conclusione delle operazioni di trasbordo le due Unità Navali dirigevano verso il porto di Pozzallo, lasciando alla deriva il natante clandestino. Alle ore 19.15 successive le due Unità, una volta giunte nel porto di Pozzallo, facevano sbarcare i clandestini con l’urgenza sanitaria per due donne incinta che accusavano forti dolori al ventre.
L’attività della Polizia giudiziaria inizia spesso in mare sin dall’avvistamento dell’imbarcazione, sono attimi, questione di secondi per carpire le dinamiche di gestione della barca. Spesso gli scafisti comandano i migranti sotto ogni aspetto, quando alzarsi, quando salire sulla nave soccorritrice, chi deve salire per primo. La scambio d’informazioni tra l’equipaggio della nave soccorritrice e la Polizia avviene a mezzo telefono satellitare, poi de visu una volta in porto.
Gli investigatori non perdono tempo, scrutano ogni migrante che sbarca, lo aiutano scendere, un sorriso, una pacca sulla spalla ed una bottiglia d’acqua, cercano di entrare in empatia con il migrante al fine di rassicurarlo sul suo futuro e trovare la giusta confidenza, quella “chiave d’accesso” alla loro testimonianza. L’aiuto degli interpreti è fondamentale, sono anch’essi un po’ “sbirri”, mettono un grande impegno, provano rabbia perché esistono loro connazionali che sfruttano condizioni di disagio per arricchirsi, dedicano anima e corpo con indagini senza sosta; alcuni di loro sono stati su quei barconi per raggiungere l’Italia, ma poi si sono integrati e sono rimasti qui al servizio anche dello Stato che li ha accolti.  I racconti sono sempre tristemente identici a quelli dei loro connazionali di poche ore prima, ovvero questi uomini, donne e bambini erano stati tenuti segregati per diversi giorni in un capannone in Libia dal quale non potevano uscire e venivano rifocillati con pochi generi alimentari in attesa che fosse disponibile l’imbarcazione per raggiungere l’Italia e che le condizioni del mare fossero favorevoli.  Dai racconti è emerso chiaramente che gli organizzatori libici fossero tutti armati, li tenevano sotto controllo fino a quando non dovevano affrontare il viaggio.
L’esperienza e la professionalità degli investigatori della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ha permesso dopo lunghe ore d’indagine di addivenire all’esatta identità degli scafisti, responsabili di aver percepito ingenti somme di denaro al fine di procurare l’ingresso clandestino in Italia dei migranti messi in serio pericolo di vita considerate le condizioni dell’imbarcazione utilizzata per la traversata.
I testimoni dopo aver fornito un’attenta descrizione dei responsabili dell’organizzazione criminale, indicavano senza alcun dubbio coloro che avevano condotto l’imbarcazione. E’ chiaro che questi elementi fanno parte di una complessa associazione a delinquere gravitante in Libia ed in altri paesi africani che da anni organizzano questi viaggi ed assoldano come scafisti chiunque abbia la spregiudicatezza di affrontare il mare a scopo di lucro.
Le indagini durate 30 continuative, condotte dal Gruppo Interforze che per ogni sbarco procede alle indagini, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto gli autori di un reato così grave, per il quale centinaia sono i migranti morti durante le traversate per raggiungere le coste italiane, così come accaduto in questi giorni.  Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea.
In corso complesse indagini con i gruppi di investigatori presenti in territorio estero sugli altri componenti dell’associazione a delinquere di cui i fermati fanno parte.
La Polizia di Stato, la Guardia di Finanza ed i Carabinieri stanno ancora continuando le indagini per gli altri sbarchi avvenuti sulle coste di Pozzallo con grande impegno considerando che nelle prossime ore sono stati segnalati ulteriori migranti in arrivo.  “Con orgoglio voglio esprimere gratitudine e grande stima nei riguardi degli uomini della Polizia Giudiziaria che con enormi sacrifici, per ogni sbarco, si dedicano senza sosta alcuna alle indagini, individuando pericolosi criminali ed assicurandoli alla giustizia. Spesso non mangiano e dormono per ore con un unico obiettivo, catturare gli scafisti”.

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