Senatori siciliani indagati per il tesoro di Ciancimino. Avvisi di garanzia per Carlo Vizzini (Pdl), Saverio Romano, Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola (Udc). I pm accusano i politici di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio

PALERMO – La Procura della Repubblica ha inviato avvisi di garanzia a quattro senatori siciliani perché ritenuti coinvolti nell’inchiesta sul tesoro accumulato illecitamente da Vito Ciancimino. Sono Carlo Vizzini (Pdl), Saverio Romano, Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola (Udc). I pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo accusano i parlamentari di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, aggravato dall’avere agevolato la mafia. L’inchiesta è scaturita dalle più recenti dichiarazioni dell’ultimogenito di Ciancimino, Massimo, già condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di carcere per riciclaggio dei soldi del padre. Ciancimino avrebbe rivelato di avere utilizzato somme di un conto corrente svizzero riconducibile al padre per pagare politici che avrebbero facilitato l’aggiudicazione di appalti per la concessione del gas ad una impresa di cui il padre era socio occulto. Di questi pagamenti si sarebbe occupato il tributarista Gianni Lapis, condannato anche lui nel processo per riciclaggio. Il denaro prelevato dal conto svizzero da un altro imputato condannato, l’avvocato romano Giorgio Ghiron, sarebbe stato distribuito a Vizzini e, attraverso Cintola, a Romano e Cuffaro. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati agli indagati che si trovavano a Palermo ed a Roma. Per martedì sono fissati i primi interrogatori. Secondo l’accusa il denaro proveniente da un conto svizzero in cui affluiva parte del tesoro illecito di Vito Ciancimino, veniva distribuito ai capi partito o ai capi corrente, che poi avevano il compito di agevolare l’aggiudicazione degli appalti e la concessione dei lavori per la metanizzazione nei vari paesi dell’isola. A riscontro delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, ci sarebbero parziali ammissioni del tributarista Lapis, ma anche documenti, intercettazioni ambientali e telefoniche che per essere contestate ai senatori indagati, dovranno prima essere trasmesse al Parlamento insieme alla richiesta di utilizzazione.

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