Giarratana. Michela Frasca va pesante contro il sindaco

michela frasca Giarratana

Il qualunquismo e il pressappochismo dell’amministrazione comunale di Giarratana si è esplicitato chiaramente in occasione dell’ultimo consiglio comunale. Lo sostiene il consigliere comunale di Lista Civica, Michela Frasca, riferendosi alla seduta della civica assise che prevedeva all’ordine del giorno il consuntivo e la relazione del sindaco (la prima dopo due anni del suo mandato). “Peccato però – dice l’interessata – che ad essere assente era proprio il sindaco che è anche assessore al bilancio. A dire di un consigliere di maggioranza era assente perché non era stato informato della data del consiglio comunale in quanto la stessa era stata concordata in conferenza di capigruppo.

Peccato che , proprio questa volta, dopo due anni, tutto si è fatto in una conferenza di capigruppo regolarmente convocata alla quale il sindaco, pur essendo invitato, aveva ritenuto opportuno non essere presente. Era presente però il capogruppo di maggioranza che, a questo punto, parte di capire non si raccorda con il sindaco”.
All’ordine del giorno c’era pure l’istituzione del marchio DE.CO e il relativo regolamento. Un’iniziativa subito condivisa dai consiglieri di opposizione anche se ritenevano il marchio DE.CO riduttivo rispetto all’iter avviato dalla precedente amministrazione relativo alla tipizzazione del seme della cipolla e del marchio IGP . “Secondo quando esposto dal sindaco nella sua relazione il marchio IGP “è un marchio europeo di prestigio ma con vincoli e regolamenti molto restrittivi”. (troppo complicato! meglio ricorrere alla cose semplici e meno impegnative). Tornando all’ordine del giorno sul regolamento DE.CO ho fatto notare che il regolamento che ci veniva sottoposto presentava una serie di criticità. Rilevavo una serie di incongruenze e soprattutto facevo rilevare che stavamo attribuendo delle competenze, che non si capivano bene se fossero competenze consultive o decisive, ad una commissione che non era dato sapere neanche da quante persone doveva essere formata e che doveva essere coadiuvata da esperti (non si sa quanti e con quale criterio scelti). Non si capiva il ruolo che aveva l’amministrazione comunale che però legava la durata della carica della commissione alla durata della carica dell’amministrazione.(come per dire manipoliamo tutto noi). La commissione sulla base di questo regolamento era chiamata in causa per la procedura di attribuzione della DE.CO ma il regolamento prevedeva anche l’istituzione di un albo comunale di iniziative e manifestazioni e dalla stesura del regolamento mancava la disciplina di detto albo: non era dato capire a chi spettasse l’iniziativa di iscrivere le manifestazioni in questo albo né chi ne fosse l’organo competente a deliberarne l’iscrizione. Dalle stesse fila della maggioranza c’era chi diceva che doveva essere competente il sindaco, chi sosteneva che doveva essere la commissione e chi infine sosteneva che doveva essere l’ufficio. Come dire la confusione regnava sovrana. Ancor più grave la previsione del regolamento che trascrivo testualmente” Colui al quale è sospeso o revocato il diritto al riconoscimento del DE.CO non può richiedere alcun indennizzo o risarcimento”. La confusione regnava sovrana nel regolamento e anche nel consiglio comunale atteso che, tra l’altro, non era presente il funzionario che aveva predisposto gli atti. Alla luce di tutto questo io, nella qualità di capogruppo di maggioranza, chiedevo il rinvio del punto al fine di poter apportare le modiche necessarie ed eliminare queste criticità. In subordine, chiedevo che venissero votati i miei emendamenti volti ad eliminare le criticità rilevate. Il capogruppo di maggioranza Castello pur condividendo e apprezzando il lavoro da me fatto ha insistito per approvare il regolamento senza apportare alcuna modifica. Secondo lui i tempi erano stretti per la campagna ormai avviata della cipolla e per il fatto che doveva dare delle risposte alla gente. Con questa motivazione la maggioranza esprimeva voto contrario a tutti i miei emendamenti ed approvava, con la nostra motivata astensione, il regolamento. Alla luce di tutto ciò è verosimile che nasceranno figli e figliastri e che i figliastri non avranno neanche il diritto di difendersi.
Dopo questo regolamento all’ordine del giorno c’era il regolamento comunale per i lavori, le forniture e i servizi in economia il quale, tra l’altro, non era stato messo a disposizione dei consiglieri nei termini previsti dal regolamento e, anche in questo caso, non era presente in consiglio comunale il funzionario competente. Vista la complessità della materia abbiamo avanzato proposta di rinvio la quale è stata puntualmente rigettata e ci ha costretti ad abbandonare l’aula e a far cadere il numero legale. Tale regolamento è stato approvato dalla sola maggioranza nella seduta di rinvio. La nostra assenza è stata assenza di protesta nei confronti dell’attività superficialista dell’ amministrazione comunale”.

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