SEQUESTRATE 17 “SLOT MACHINE” NON IN REGOLA. Slot machine illegali in bar e sale da gioco della provincia di Ragusa.

La Guardia di Finanza della Compagnia di Ragusa, in collaborazione con il personale dei Monopoli di Stato ne ha sequestrate 17, tra Ragusa, Santa Croce Camerina e Vittoria, contestando violazioni per un ammontare complessivo di 34 mila euro. I controlli della Fiamme Gialle, nel particolare settore, sono stati finalizzati, soprattutto: a) ad accertare tutti i requisiti di legge necessari per consentire il funzionamento degli apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento (i cc.dd. “videopoker” e “slot machine”), affinché possano essere considerati idonei al gioco lecito; b) a verificare eventuali manomissioni delle schede installate nei singoli apparecchi rispetto a quelle depositate presso i Monopoli di Stato; c) a scoprire casi di mancato collegamento dei videogiochi alla rete informatica dei Monopoli di Stato; quest’ultimo requisito costituisce, oggi, il presupposto necessario per la corretta applicazione della normativa fiscale. Infatti, l’art. 110 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, oltre ad individuare precisi requisiti affinché tali apparecchi possano considerarsi di tipo lecito, stabilisce che essi devono essere collegati alla rete telematica gestita dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Oltre alle predette violazioni, in un bar di Santa Croce Camerina, in particolare, è stato accertato che il software di un videogioco era stato abilmente modificato: infatti, tramite una particolare combinazione dei pulsanti della tastiera, si potevano alternare giochi leciti a giochi vietati dalla legge. La raccolta complessiva del settore dei giochi e delle scommesse raggiunge attualmente cifre molto elevate. E’ per questo motivo che la tutela del monopolio statale sui giochi assume un’importanza notevole nell’ambito delle funzioni, proprie della Guardia di Finanza, di prevenzione e repressione delle violazioni in danno del bilancio nazionale, tenendo in debita considerazione che la diffusione di fenomeni di abusivismo e clandestinità produce inevitabili conseguenze sul piano dell’imposizione fiscale diretta ed indiretta, senza considerare i danni di natura patrimoniale – e non solo – che vengono causati agli utenti.

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