L’on. Orazio Ragusa scrive al Presidente della Regione Sicilia per sollecitare urgenti interventi a favore dell’agricoltura e per sottolineare la disparità di trattamento che vede penalizzata la provincia di Ragusa.

Signor Presidente come Le è noto, la grave crisi economica del comparto agricolo, che coinvolge anche la nostra Regione, non ha risparmiato la provincia di Ragusa, la quale, essendo a ragione considerata come la più agricola d’Italia, ne subisce ancora più gravemente gli effetti. A peggiorare le già precarie condizioni di questo importante settore dell’economia siciliana è la decisione, della Commissione Europea, di dichiarare incompatibile con la normativa comunitaria il regime italiano di esenzione delle accise sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre. La rigida applicazione di questa decisione comporterebbe un ulteriore problema per tantissimi imprenditori agricoli che, in alcuni casi, sarebbero costretti ad abbandonare la propria attività. Le numerosissime attività imprenditoriali presenti sul territorio, rischiano di essere costrette a licenziare parte della propria forza lavoro. E’ per questi motivi che La invito urgentemente a farsi carico di questi provvedimenti sollecitando il Governo nazionale a ricorrere subito alla Corte di Giustizia della Ue rispetto a questa decisone. I costi di questo provvedimento sarebbero, ancora una volta, a carico delle regioni meridionali e, in particolare, della provincia di Ragusa dove è presente un’intensa attività di coltivazione attraverso strutture protette, riscaldate proprio attraverso l’uso del gasolio. Voglio solo ricordarle che i lavoratori occupati, nel comparto agricolo, in Provincia di Ragusa sono circa 30 mila. Sarebbe questa l’ennesima occasione per marcare la differenza tra un “Nord” che gode di infrastrutture e condizioni di produzione particolarmente avvantaggiate, e un “Sud” che in questo modo potrebbe essere facilmente additato come “improduttivo”, perchè costretto a dismettere proprio quelle attività realizzate nonostante le condizioni di evidente svantaggio. Nel Sud, ed in particolare in Provincia di Ragusa, sta diventato abnorme il divario di condizioni di lavoro rispetto al resto del territorio. La provincia di Ragusa, in particolare, paga questa differenza rispetto anche ad altre province siciliane. Prova ne è che le risorse previste dai fondi strutturali nel periodo 2000-06 hanno riguardato questa laboriosa provincia solo per meno del tre per cento rispetto al totale dei fondi utilizzati dalla regione. Sono per questi motivi costretto a rappresentarle, sig. Presidente, la particolare situazione di gravità di questa situazione che mi spinge a parlare di “Vertenza Ragusa”. Se è condivisibile chiedere con forza al Governo nazionale la giusta attenzione per le regioni meridionali è altrettanto giusto rivendicare un’equità di trattamento, da parte del Governo regionale, rispetto proprio alla provincia iblea, che rappresenta “il fiore all’occhiello” dell’intera economia siciliana, nonostante le note disattenzioni da parte dei vari governi che si sono succeduti. Davanti ad una crisi che diventa ogni giorno di più difficile e complessa, non posso che sollecitare un Suo autorevole intervento, sia diretto, attraverso soluzioni attuate dal Governo regionale, sia attraverso un’attività di sollecitazione presso il Governo nazionale. Mi spiace sottolineare che, a vari livelli, non è stata ancora compresa la portata della gravità dei problemi che investono il settore agricolo. Le imprese si trovano costrette a fronteggiare una situazione pesantissima per via del continuo aumento dei costi produttivi, di cui l’aumento del costo del gasolio per il riscaldamento delle serre è solo l’ultimo in ordine di tempo, accompagnato dai prezzi di vendita dei prodotti agricoli che continuano a scendere in maniera preoccupante. Il tutto accompagnato dall’incertezza delle stesse produzioni, minacciate anche dalla oramai tristemente famosa “Tuta Absoluta”, devastante insetto che ha già dato prova di alta pericolosità. Siamo in presenza di molti gravi problemi irrisolti ed è importante agire urgentemente. Mancano provvedimenti straordinari, coraggiosi e mirati nei confronti di un’agricoltura che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia.
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