“Ci sono modi diversi per risollevare le sorti economiche dell’ente comunale, non è possibile gravare sempre e solo sulle tasche dei cittadini”. Con queste parole il coordinatore dell’Udc di Scicli Pierluigi Aquilino ha aperto un incontro molto partecipato nel corso del quale è stata discussa la situazione finanziaria del Comune, con particolare riferimento all’aumento delle tasse e alle possibili soluzioni da adottare per dare respiro ai cittadini in un momento critico per tutta la cittadinanza.
Presenti all’incontro numerosi giovani,imprenditori, professionisti e liberi cittadini, ex amministratori come Franco Migliorino e Valeria Timperanza, oltre all’ex capogruppo Mario Marino, all’ex presidente del Consiglio Vincenzo Bramanti e all’ex assessore Pino Adamo. Mario Marino ha ribadito che la posizione dell’Udc in seno al Consiglio comunale è sempre stata quella di proporre soluzioni economiche alternative rispetto all’aumento indiscriminato delle tasse, soluzioni proiettate in difesa delle famiglie e delle fasce più deboli della società. In tal modo si sarebbe evitato l’attuale ed indiscriminato aumento delle tasse operato dall’ultima Amministrazione Susino. “Purtroppo – chiarisce Marino – non siamo stati ascoltati e il peso è stato riversato sulle spalle dei cittadini. Anche per questo, un anno fa, abbiamo deciso di differenziarci rispetto alle scelte scellerate compiute dall’ex sindaco Susino e dalla sua maggioranza “pseudo-responsabile”. La cosa più semplice quando non tornano i conti è aumentare le tasse. Ciò è non solo assurdo, ma di questi tempi è
letteralmente folle, specialmente se tali aumenti avvengono in maniera indiscriminata. Proprio per questo motivo chiediamo al commissario straordinario dott. Trombadore di contemplare una maggiore rateizzazione dei tributi superiore a quella attualmente prevista. In un momento di crisi come quello attuale, la situazione economica delle famiglie è veramente drammatica. Lo dimostra il fatto che i cittadini non riescono a pagare i tributi nella misura dovuta. Infatti, il gettito della Taso per l’anno 2014 pare sia solo la metà rispetto a quello previsto in entrata”. “Ciò vuol dire – continua Marino – che dobbiamo riuscire a dare a tutti la possibilità di potere pagare, con comode rate e senza incorrere in more assurde”. È stata fatta anche una disamina della situazione finanziaria dell’Ente e delle scellerate scelte di aumento delle tasse operate qualche mese addietro dalla passata Amministrazione. Tasse al massimo, sulle prime e sulle seconde case, a strascico, retroattive e cosa ancora più grave, senza agevolazioni per le fasce più deboli della società. Queste sono le caratteristiche della stangata Tasi da 3.185.000 euro di nuove tasse che l’ex Amministrazione Susino sostenuta dal Partito Democratico, dall’MpA, da Scicli Bene Comune e da alcuni consiglieri fuoriusciti dai partiti (Vindigni, Scimonello, Ingallinesi, ecc.) hanno riservato a tutti gli sciclitani. Sono stati loro ad avere istituito la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) aumentandola fino al massimo consentito dalla legge, e cioè al 2,5 per mille, anticipando, i provvedimenti previsti dal dissesto finanziario, di cui loro stessi potrebbero essere la causa principale. Hanno attivato, in pratica, nel modo più iniquo, scellerato e subdolo la leva fiscale nei confronti di tutti, anche degli sciclitani più deboli ed indifesi. Infatti, approvando la Tasi nella misura massima, hanno tassato al massimo possibile anche le prime case, fino ad ieri esentate dal pagamento di qualunque balzello. Ciò senza prevedere alcuna agevolazione per i meno abbienti. E c’è di più: i servizi a domanda individuale (asili nido, impianti sportivi per citare qualche esempio) sono stati aumentati fino al 246,48 per cento. Eppure hanno scelto, tra le tante opzioni possibili, quella peggiore e più “disumana”. Infatti, adesso Scicli ha raggiunto una tassazione “esorbitante, enorme e spropositata” del 10,1 per mille sulle seconde abitazioni (infatti all’Imu del 7,6 per mille va aggiunta la Tasi al 2,5 per mille) e 2,5 per mille sulle prime case. Ci chiediamo: non era più responsabile e socialmente meno “pesante” incidere sull’Imu, che non colpisce le prime abitazioni? E magari graduandone il peso in ragione del numero delle abitazioni possedute?