«Gli studenti protestano e hanno pure ragione. Le attuali condizioni della loro scuola non corrispondono in nessun requisito a norma di legge”». Questa la dichiarazione di Alessio Ruffino, consigliere comunale, riguardo alla protesta attuata un alcuni giorni fa dagli studenti dell’Istituto Professionale “Principi Grimaldi” di Modica, secondo il quale il dovere del Dirigente scolastico di una siffatta scuola sarebbe quello di chiuderla, per riaprirla solo quando sarà pronta «la “cittadella degli studi”, con edifici scolastici,
palestre e spazi logistici sicuri deputati all’istruzione in un quartiere nel quale vi è già virtualmente una destinazione naturale». “Crediamo – replica il Dirigente Scolastico dell’Istituto, Bartolomeo Saitta – che sono dichiarazioni sulle quali fantastica il nostro ineffabile consigliere che, peraltro, si guarda bene dal dare soluzioni più idonee e più tempestive ad un problema che dall’incipit apparirebbe gravissimo.
D’altro canto, dopo una visita(a proposito, autorizzata da chi?) di pochi minuti in istituto, Ruffino ha sentenzia che: «E’ pertanto inspiegabile, incomprensibile e imperdonabile che la classe Dirigente Scolastica da una parte e quella Politica di competenza dall’altra sottovalutino certi aspetti della Scuola al fine di prevedere una ”scuola sicura” da un punto di vista urbanistico e strutturale per la sicurezza e della salute degli studenti. In tutti i paesi altamente civili ed urbani gli edifici adibiti a scuola costituiscono dei ”centri di accoglienza e di rifugio in caso di calamità”, mentre nel nostro territorio e a Modica soprattutto gli istituti scolastici si trovano in edifici da cui è necessario fuggire in caso di terremoto, con evidenti “Percorsi di Fuga”». “Rimaniamo basiti dal fatto che a scrivere queste parole sia proprio un consigliere comunale di Modica – incalza il dirigente -: rifiuta, per caso, le responsabilità che la sua carica gli attribuisce? Ruffino aggiunge che gli alunni hanno lamentato l’assenza di internet (durata una decina di giorni e dovuta ad un duplice guasto, uno imputabile alla fornitura Telecom e l’altro al malfunzionamento di un router interno e, tuttora, perdurante solo per la rete WiFi intenzionalmente disattivata per una violazione dei protocolli da parte degli alunni che durante le lezioni si connettevano ad internet con gli smartphone), le porte danneggiate (e da chi?, dai docenti, dal personale o dal Dirigente Scolastico?) e l’inverosimile presenza di aule con infiltrazioni fognarie (in realtà, il problema è stato riscontrato in uno dei viali esterni della sede centrale ed imputabile ad un difetto strutturale che porta, in caso di piogge eccezionali e di contemporaneo intasamento della fognatura, alla fuoriuscita di acque nere da una caditoia: anche in questo caso, si è intervenuti nel più breve tempo possibile, non appena il problema si è presentato). La realtà è, ovviamente, ben diversa da quella che traspare da quanto pubblicato sul quotidiano.
Tutti i plessi in cui è articolato l’Istituto godono di regolare certificazione antincendio e risultano conformi alle correnti norme di sicurezza, come risulta dalla documentazione regolarmente depositata in Dirigenza e a disposizione di chiunque ne faccia regolare richiesta di consultazione.
Dal punto di vista antisismico i locali del convitto e il cosiddetto “plesso delta” -di costruzione relativamente nuova- sono già ‘nativamente’ antisismici, antisismica è stata recentemente resa (due anni fa) anche la succursale di Via Minardo (ex Via Sorda-Sampieri). Non sono antisismici tutti gli altri plessi della sede centrale (ma, non lo sono tutti gli edifici scolastici costruiti prima dell’entrata in vigore della relativa normativa e, a titolo di esemplificazione, per quello che è dato sapere allo scrivente, tutti gli istituti superiori di Modica e molte delle scuole medie ed elementari che dal Comune dipendono -quindi, sotto la competenza del consigliere Ruffino-: li chiudiamo tutti?).
Che, poi, gli edifici presentino qualche crepa o qualche infiltrazione dovuta all’eccezionale ondata di maltempo che si è verificata nell’ultimo periodo non autorizza nessuno a parlare di «evidente stato di degrado e di vera insicurezza dell’Istituto».
Stupisce, infine, che il Ruffino:
• sia entrato a scuola senza alcuna autorizzazione da parte della Dirigenza, fra l’altro fumando tranquillamente -come hanno riferito gli studenti- in aperta violazione con le attuali norme (legge 104/2013, art. 4, che estende il divieto di fumo anche alle aree all’aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche);
• abbia colloquiato con gli alunni, scegliendo probabilmente con accuratezza i più facinorosi, tant’è che nell’odierna adunanza del comitato studentesco la quasi totalità di essi ha adeguatamente preso le distanze dalle dichiarazioni riportate in stampa;
• abbia, a suo dire, sentito alcuni docenti che avrebbero sposato la causa degli alunni;
• sia uscito, inaudita altera parte, senza peritarsi minimamente di ascoltare la Dirigenza (pare che non l’abbia trovata!) per capire i veri motivi del disagio degli studenti (che in gran parte vengono anche condivisi dallo scrivente e dal corpo docenti);
• possa esprimere giudizi così recisi sulla sicurezza degli edifici scolastici senza possedere alcun titolo di studio specifico (da notizie assunte sembrerebbe in possesso di un diploma di maturità classica), senza effettuare alcun accertamento peritale e senza compulsare la corposissima documentazione sulla sicurezza di cui si parlava;
• a distanza di giorni dal termine dell’agitazione studentesca, abbia prodotto un comunicato stampa assolutamente lesivo dell’immagine dell’Istituto che per tanti anni ha rappresentato e che continua, tuttora, ad essere un’eccellenza indiscussa della scuola modicana raccogliendo alunni provenienti da tutti i comuni della provincia (ivi compresi quelli dove è presente analogo indirizzo di studi) e di tutte le provincie limitrofe (Catania, Caltanissetta e Siracusa); Istituto che vanta decine di partnership con enti regionali, nazionali ed internazionali, che è da anni sede di politiche attive per la collocazione occupazionale dei propri studenti (progetto FIXO, “youth guarantee”, per la gestione della quale sono stati autorizzati solo due istituti scolastici in Sicilia, ecc.);
• da consigliere comunale, che dovrebbe trarre vanto dell’eccellenza che ha sotto casa e che avrebbe dovuto più prudentemente collaborare per risolvere il problema (diceva un amico: chi solleva un problema e non offre una soluzione, è lui stesso il problema), sferri una sconsiderata campagna denigratoria (amplificata dall’infelicissima scelta del titolo dell’articolo) proprio nel momento in cui si stanno concludendo le delicate fasi di iscrizione degli alunni (che si ripete, anche per il nuovo anno scolastico, proverranno da comuni quali Caltagirone, Niscemi, Grammichele, Gela, Pachino, Rosolini, ecc.) i cui genitori, pure a distanza, hanno saputo cogliere la qualità del nostro istituto che è, invece, clamorosamente sfuggita al Ruffino il quale si è soffermato a fotografare una crepa dell’intonaco di un’aula prendendola come prova inconfutabile del degrado che affligge l’istituto.
Rammarica, infine, che con le sue intempestive ‘esternazioni’ e solo -probabilmente- per avere un po’ di spazio ‘mediatico’, il Ruffino abbia attaccato frontalmente un’istituzione che è stata fatta grande da decine di operatori (docenti, amministrativi, tecnici, collaboratori e, se consentite, anche Dirigenti Scolastici) che con abnegazione e passione hanno dedicato lavoro e tempo all’Istituto senza guardare all’orologio o al ‘vile denaro’, ma solo per dare il massimo ai ‘propri’ alunni, per risolvere i cui problemi, il Ruffino, non propone alcuna valida soluzione.
Chiedo cortesemente la pubblicazione di quanto sopra per tutelare l’immagine dell’Istituto, fermo ed impregiudicato il diritto di farlo nelle sedi più opportune”.