Avviso della conclusione delle indagini preliminari per il sindaco di Ispica, Piero Rustico, e per altre undici persone, accusate, ognuno per il proprio ruolo, di presunti abusi d’ufficio, falsità in bilancio e falsità ideologiche. L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Pozzallo: «Ben conosco quali atti e documenti nel corso degli ultimi mesi sono stati acquisiti presso gli Uffici Comunali – spiega il primo cittadino – ed ho piena consapevolezza dell’assoluta
insussistenza di fatti che potrebbero costituire reato a carico non solo del sottoscritto, ma anche delle altre undici persone iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Ragusa. L’ipotesi accusatoria proposta alla Magistratura dagli uomini della Guardia di Finanza riguarderebbe
In piena coscienza e con assoluta serenità posso affermare che si tratta di ipotesi di reato certamente insussistenti per alcune considerazioni che qui brevemente illustro. Per quanto riguarda le ipotesi di abuso d’ufficio sono certamente insussistenti per il semplicissimo fatto che manca del tutto uno degli elementi fondamentali del reato stesso che può commettere solo il pubblico ufficiale che “intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto”. Per quanto riguarda le presunte falsità del bilancio, mi limito solo a dire che il bilancio di un Comune non è un atto formato dal Sindaco, ma viene approvato dai Consiglieri Comunali sulla scorta delle risultanze contabili fornite dai funzionari responsabili dei vari Settori dell’Ente, dipendenti che so bene avere lavorato con grande scrupolo, serietà e disinteresse al servizio del Comune e della intera comunità cittadina. Per quanto attiene alla falsità ideologica ipotizzata in ordine alla richiesta dei fondi di cui al decreto-legge 35/2013(fondi urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione) , non solo rivendico la piena legittimità del mio operato, ma sfido chiunque a censurare il mio agire, finalizzato esclusivamente a tutelare i fornitori del Comune, per quanto loro dovuto, e gli interessi della comunità cittadina che ho il privilegio di servire nel gratificante ruolo che, con una straordinaria messe di voti, nel 2010 mi è stato riaffidato. Altro che ingiusto vantaggio o danno patrimoniale!
Da uomo che ha orientato la sua attività professionale principalmente nel campo della giustizia penale non posso non considerare l’avviso di conclusione delle indagini, che verosimilmente mi sarà notificato nei prossimi giorni, quello che effettivamente rappresenta: la possibilità di prendere visione ed estrarre copia di tutti gli atti contenuti nel fascicolo, di presentare memorie, di chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine e di essere sentito. Cose che certamente, in tutto quanto necessario e utile, farò nell’interesse e nella tutela di me stesso, ma soprattutto della comunità cittadina che per dieci anni ha avuto un Sindaco e una Amministrazione mai sfiorati da vicende giudiziarie e che tale deve rimanere.
Pur manifestando il mio disappunto per non essere stato mai sentito dalla Polizia Giudiziaria, che ha condotto le indagini sulla scorta delle falsità propalate da “una fonte confidenziale”, che vilmente evita di rivelare la sua identità, esprimo piena fiducia nella Magistratura che dovrà esaminare gli atti, consapevole come sono della assoluta integrità morale e della riconosciuta onestà intellettuale di tutti i magistrati ragusani.
Questa comunicazione, pur non avendo ricevuto fino a questo momento alcun avviso, ho inteso fare – ha concluso il sindaco Piero Rustico, tornando ai suoi impegni istituzionali – per tenere fede a una promessa fatta alla città fin dal mio primo insediamento il 24 maggio 2005: che avrei io stesso informato la collettività amministrata di ogni vicenda giudiziaria che avesse potuto in qualche modo coinvolgere gli Amministratori comunali. Confermo così il mio impegno e dichiaro fin d’ora che se dovesse esserci un rinvio a giudizio, per qualsivoglia ipotesi di reato contestatami nell’esercizio della funzione, mi dimetterò immediatamente, fosse anche un solo giorno prima della naturale scadenza del mio mandato, perché nessuna ombra, anche solo momentanea, possa gravare sulla mia città, che in questi dieci anni ho servito al di sopra di ogni interesse personale con passione, con lealtà e con onestà.»