Ambulanza con Tso a bordo costretta a tornare indietro. Pozzallo, condannato responsabile del 118

francesca aprile

Condannato il responsabile del 118 che ordinò all’ambulanza che stava eseguendo un trattamento sanitario obbligatorio di tornare indietro. Assolti l’ex comandante della polizia locale di Pozzallo, Giuseppe Piccione, e l’ispettore Giuseppe Lauretta. La vicenda riguarda il Tso disposto per un pozzallese che presentava problemi di natura psichiatrica.

In quell’occasione, l’ambulanza era partita con il soggetto a bordo alla volta dell’Ospedale Busacca di Scicli. “Strada facendo all’autista arrivò una controindicazione da Catania che lo obbligava a tornare indietro perchè quel servizio non era di competenza del 118. Il conducente del veicolo di soccorso, eseguì l’inversione di marcia e rientrò a Pozzallo. Il giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, Francesca Aprile, ha inflitto un mese di reclusione a Marco Scalia, 55 anni, di Acitrezza, dirigente medico del S.U.E.S. di Catania, che ha competenza anche per le province di Ragusa e Siracusa, difeso dall’avvocato Maurizio Magnano, ed ha assolto i due esponenti della polizia locale, patrocinati dagli avvocati Gianluca Gulino e Raffaele Pediliggieri. Parte offesa era l’ex Asp 7 di Ragusa, che, però, non si era costituita in giudizio. Era stato l’ex manager dell’azienda sanitaria, Fulvio Manno, a denunciare i fatti avvenuti il 10 dicembre del 2007. Scalia era accusato di omissione per avere interrotto un servizio già in corso, mentre Piccione e Lauretta rispondevano di omissione per non avere denunciato alla Procura della Repubblica di Modica colui che aveva impartito l’ordine di tornare indietro. L’uomo che doveva essere ricoverato nella divisione di Psichiatria di Scicli, M.P., successivamente fu accompagnato nel nosocomio ma a Pozzallo ci furono altri problemi perchè a quel punto ci fu la disposizione di trasportare l’interessato in ospedale con l’auto della polizia locale. Il medico di turno si rifiutò. Il trasferimento avvenne, invece, con l’auto del medico scortata dai vigili. Il pubblico ministero, Diana Iemmolo, aveva invocato la condanna per tutti.

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