Modica, Antonio Staglianò, vescovo-cantante parla ai giovani con le canzoni di Nek, Mengoni, Battiato e Caccamo

staglianò canta

Antonio Staglianò, come Suor Cristina e prima ancora con Don Giuseppe Cionfoli: “star” della canzone italiana, portatore del messaggio di pace attraverso le sette note e la sua capacità esibizionista. Antonio Staglianò, al secolo il Vescovo della Diocesi di Noto, era l’atteso big della Giornata Diocesana della Gioventù che si è svolta sabato a Modica. E lui non ha deluso le attese. Dalle 14 di sabato il Corso Umberto è diventato teatro di numerosissime iniziative organizzate dai giovani provenienti da tutti i comuni del Diocesi di Noto.

Erano in centinaia per un sano giorno di festa che ha richiamato molti curiosi. Ma era il grande palco realizzato in Piazza Monumento, sotto il municipio, ad attrarre l’attenzione di tutti, soprattutto perché tra i vari interventi era previsto quello del vescovo, balzato nelle ultime settimane agli onori delle cronache nazionali per il suo messaggio cristiano lanciato attraverso le canzoni di Noemi o di Nek, sia durante le omelie che nel corso di vari appuntamenti. La settimana precedente Stagliano’ era stato ospite, addirittura, a Domenica In, con Paola Perego attratta da questo modo nuovo di portare il vangelo. Sabato sera, il Vescovo della Diocesi ha fatto di più. E’ salito sul quel palco come un big della canzone, iniziando dai concetti di due canzoni di Vasco Rossi, “Vita Spericolata” e “Un senso”, che si è limitato solo a recitare, poi ha impugnato una chitarra elettrica “rischiando”, voce e strumento”, “Meno male che adesso non c’è Nerone” di Edoardo Bennato. Da questo momento è stato il suo concerto-messaggio, accompagnato dal gruppo musicale ed assistito dalla sua vocal coach, Lina Pluchino, ha cantato cinque brani, le sue “classiche”, “Fatti avanti amore” di Nek, “Essere umani” e “Il guerriero” di Marco Mengoni, alle quali ha aggiunto “La cura” di Franco Battiato e un omaggio al cantante modicano vincitore di Sanremo Giovani, Giovanni Caccamo, “Ritornerò da te”. Qualche sbavatura c’è stata(ma cantare live non mai facile per nessuno)ma l’altro prelato ha avuto poco tempo, come fa rilevare Lina Pluchino, per provare a causa del decesso del padre in Calabria. La gente lo ha applaudito, qualcuno lo ha criticato, ma il Corso Umberto ha fatto il pienone come non mai. Ora, personalmente, ritengo non ci sia nulla di male che il Vescovo porti il “messaggio” con le canzoni, che lui, tra l’altro spiega, sottolineandone i vari passaggi. Che non sia molto amato nelle diverse comunità lo sa pure lui, ma che lo si additi per queste sue performance mi sembra, dal mio modo di vedere, ingiusto. C’è chi vede la spada di Damocle sulla sua testa(quella di Papa Francesco per essere più precisi)ma non sono questi certamente i problemi della chiesa.

fotostaglianò giovanni antoci

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