Anche Pozzallo ha ricordato i 23 anni dalla strage di Capaci

convegno rtm

Anche Pozzallo ha ricordato i 23 anni dalla strage di Capaci, presso l’ Istituto Comprensivo Rogasi con un convegno molto partecipato “Dalle parole ai fatti: legalità e dintorni”. Dai giovani la parola è passata agli esperti, presenti infatti il presidente antiracket Paolo Caligiore, il presidente presidente provinciale antiracket Motta, il rappresentante di Libera Gianluca Floridia,

il sindaco di Pozzallo Ammatuna e il giornalista che lavora sotto scorta Paolo Borrometi, ospiti tutti della dirigente scolastica Carmela Casuccio. Un convegno nato da un progetto annuale sulla legalità promosso dalla dirigente sostenuta dai docenti Emanuele Basile e Rossella Smarrochio con i collaboratori Pediliggieri e Di Stefano. Dopo aver visitato i luoghi del ricordo a Palermo, con striscioni, ed un video sui cento passi, i ragazzi delle seconde medie hanno lasciato parola a chi quotidianamente lotta contro la corruzione, la mafia e il pizzo. “Questa giornata arriva a conclusione di un progetto portato avanti dai docenti Basile e Smarrocchio- ha evidenziato la dirigente Casuccio- e ci vede tutti uniti attorno ai principi della legalità. Il nostro intento nel corso dell’anno scolastico è stato quello di far condividere ai ragazzi i principi di queste persone che oggi commemoriamo. Se siamo uniti nell’affermare i principi di legalità e libertà diamo esempio ai giovani e possiamo frenare ogni violenza e ogni corruzione, ed anche ogni piccola forma di sopraffazione.” Un no dunque ad ogni forma di illegalità e di violenza anche attraverso le esperienze degli ospiti intervenuti, con la moderazione di Floridia. “Il ricordo di Falcone e Borsellino non inizia oggi ma domani- ha sottolineato Caligiora-quindi continuare da siciliani e ognuno di noi nel proprio campo può cercare di pensare e far pensare che la legalità riguarda tutti, imprenditori, cittadini e Forze dell’Ordine.” A catturare l’attenzione dei ragazzi Paolo Borrometi, con un linguaggio diretto e chiaro e un invito a operare ogni giorno contro ogni sopraffazione. “Penso che i ragazzi debbano iniziare a comprendere il presente e non il futuro, consapevoli di ciò che è accaduto il 23 maggio del 92 e che le idee di quelle persone anche di quelle della loro scorta che le loro idee debbono continuare a camminare sulle gambe dei giovani – ha spiegato il giornalista Borrometi- perché la mafia è un fenomeno che si sconfiggerà con la scuola. Io ci credo e i ragazzi debbono crederci anche: è davvero questo il segreto, la mafia morirà nel momento in cui la scuola insorgerà, dirà no a qualsiasi tipo di mafia, che va dai soprusi alla corruzione, dalle piccole angherie che si vivono ogni giorno morirà.”

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