A.A.A. EUROPA DEI POPOLI CERCASI

Ballaro'

Se prima di creare gli organismi che sulla carta avrebbero dovuto garantire una maggiore serenità dei popoli, i rappresentanti di alcuni Stati si sarebbero posti il problema d’individuare gli Statisti che avrebbero dovuto concepire le politiche volte ad una concreta sinergia dei popoli ed alla tutela dei loro diritti, oggi il caso Grecia non mostrerebbe gli stessi risultati che invece ha evidenziato.
La Grecia rappresenta l’esempio più evidente d’uno Stato i cui governanti incapaci e spesso truffaldini hanno condotto la popolazione ad uno stato di miseria che se non è irreversibile,

sicuramente necessita d’un lungo periodo di sacrifici regolati da riforme strutturali e da una lungimiranza politica che è tutta da verificare.
Tuttavia la Grecia, fa parte assieme ad altri 18 Paesi di quell’Eurozona nella quale è entrata facendo carte false ed indebitandosi con gli altri Stati membri pur di allontanare lo spettro del fallimento.
Quando il debito di questo Paese ha superato i 250 miliardi ci si accorge dell’opportunità di chiudere i rubinetti del credito in assenza di riforme che possano preludere ad un’inversione di tendenza dell’economia ellenica.
Come mai gli altri Stati membri dell’Unione non si sono accorti prima che la Grecia non si stava attrezzando per scongiurare il fallimento e rendersi insolvente verso i suoi creditori ?
Incapacità di analisi o convenienza di mostrare al mondo un’immagine d’Europa forte e solidale che in realtà era solo apparente ?
Quale che sia l’ipotesi più degna di considerazione, sta di fatto che oggi la popolazione greca è alla disperazione. Le attività produttive al fallimento, le famiglie senz’alcuna capacità di spesa, il turismo – principale risorsa del Paese – distrutto, malgrado gli operatori abbiano ridotto le offerte del 75% ,il Governo di fronte ai veti dell’Europa per ulteriori concessioni di crediti se non in presenza di convincenti impegni a riformare il sistema fiscale, lo stato sociale, la spesa per gli armamenti militari.
Siamo ad un muro contro muro che non lascia intravedere soluzione ai problemi se non quella di dare un po’ d’ossigeno per allungarne la sopravvivenza o l’altra che vedrebbe fuori la Grecia dall’Eurozona con un danno d’immagine complessiva dell’Europa e con la creazione d’un precedente che potrebbe avere effetti a catena nella misura in cui la Grecia riuscisse a dimostrare il proprio salvataggio fuori dall’Europa.
In queste ore tutto è suscettibile di evoluzioni in un senso o nell’altro, dispiace solo dover osservare che manchi sia nel Governo greco che nei rappresentanti europei quella determinazione che eviti sofferenza alla popolazione, sempre più in preda alla disperazione per la mancanza di prospettive certe.
Dunque, sarebbe auspicabile che ciascuna delle parti in causa, responsabilmente, decidesse celermente la posizione d’assumere in un quadro che allo stato dei fatti vede vittime solo i cittadini greci, colpevoli tutt’al più d’aver eletto dei rappresentanti incapaci di migliorare le condizioni socio-economiche della popolazione.
Se l’Europa vuole davvero che la Grecia rimanga in Europa, sia conseguente ; se il Governo greco dovesse decidere per la propria uscita dall’Europa, lo faccia velocemente ed eviti l’irreparabile.

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