REGOLAMENTO PER LE OPERE PRECARIE A RAGUSA, MIGLIORE E NICITA (LAB 2.0): “NON VOGLIAMO ESSERE COMPLICI DEI LORO ABUSI”

Migliore Nicita

“In merito alla discussione e alla approvazione del Regolamento per le Strutture precarie nel Comune di Ragusa, abbiamo ritenuto di abbandonare l’aula e non partecipare alla votazione perché non solo sono emerse delle contraddizioni normative e di competenza, anche tra le posizioni dei funzionari del Comune che nel 2013 dichiaravano una cosa ed oggi sono costretti dall’Amministrazione ad affermarne un’altra, ma anche perché il contenuto del regolamento è un abuso.

Non intendiamo sobbarcarci responsabilità che non ci appartengono”. Così i Consiglieri comunali del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore e Manuela Nicita, dopo l’approvazione del regolamento sopracitato giovedì scorso a Palazzo dell’Aquila.
“Già è inconcepibile che su questa materia debba esprimersi il Consiglio comunale, giacché si tratta di argomento di competenza del relativo dirigente, come è spiegato nel Testo Unico Enti Locali – dichiarano i Consiglieri – allo stesso modo è fuori da ogni logica che debba essere un regolamento comunale a fare chiarezza sull’applicazione di una Legge regionale. Inoltre, la determina dirigenziale 481 del 28 marzo del 2013 che disciplinava l’applicazione della normativa, redatta dallo stesso funzionario che ha preparato il nuovo regolamento, è in evidente contrasto col dispositivo approvato dal Consiglio, basta leggere i due provvedimenti. Come al solito un pasticcio”.
“La verità – spiegano i Consiglieri – è che l’Amministrazione comunale ha inteso apportare a Ragusa delle liberalizzazioni eccessive, dei veri e propri abusi, in merito ai quali, a nostro avviso, né da parte del funzionario né da parte del dirigente competenti esisteva la volontà di assumersi responsabilità contra legem. La Legge regionale oggetto del regolamento, infatti, offre al cittadino la possibilità di chiudere terrazze, verande e balconi, con costruzioni di tipo precario, per un massimo di 50 metri quadri, con una sola comunicazione al Comune senza autorizzazione edilizia. L’Amministrazione, però, anche contrariamente ai principi del Movimento 5 Stelle, innalza questo limite a 100 metri quadri per le abitazioni private di pari metratura. Inoltre, in barba al disciplinare del 2013, nel quale si legge “Non si ritiene ammissibile la contemporanea copertura e chiusura laterale di terrazze e/o lastrici solari, in quanto non espressamente prevista dalla norma in esame e in particolar modo perché la ‘struttura’ così realizzata costituisce oggettivamente un ‘nuovo locale autonomamente utilizzabile’ che va a incidere sulla sagoma volumetrica e prospettica dell’edificio. Detta tipologia di intervento è soggetta a permesso di costruire”, nel regolamento tutto ciò è consentito, sempre tramite la sola comunicazione”.
“I grillini, forse, sono convinti che non siamo capaci di leggere le carte – concludono – ma noi ci riusciamo benissimo e non vogliamo essere complici né della loro incoerenza politica né dei loro pericolosi pastrocchi, come detto più volte, degli abusi”.

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