Cava dei Modicani nuovamente a rischio chiusura? Lab 2.0 Ragusa: “Si faccia fronte comune”

sonia-migliore1

L’intervento del direttore regionale del Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, che individua nella discarica di contrada Volpe a Catania il sito di conferimento alternativo a quello ibleo di Cava dei Modicani, potrebbe superare di fatto l’ordinanza contingibile e urgente emessa dal Commissario dell’ex Provincia di Ragusa secondo l’art. 191 del Codice dell’Ambiente, con la quale si prorogava di sei mesi la possibilità di abbancare i rifiuti in quel sito, rendendola inefficace.

“Se i nostri dubbi fossero confermati, la chiusura anticipata della nostra discarica rappresenterebbe un danno economico ingente per Ragusa e tutti gli altri Comuni che la usano e per questo si imporrebbe un fronte unitario contro la burocrazia senza logica della Regione”. Lo dichiarano il portavoce del Laboratorio politico 2.0, il Consigliere Comunale Sonia Migliore, il presidente Claudio Castilletti e il Consigliere Manuela Nicita che aggiungono: “E’ una di quelle situazioni che richiede di mettere da parte le divisioni politiche e ricercare ogni soluzione perché si faccia sentire forte e chiara a Palermo la voce di un intero territorio che, fino ad oggi, è sempre stato più virtuoso di altri”.
L’appello nei confronti degli organi istituzionali è del Consigliere Migliore: “Nonostante si potrebbe continuare a puntare il dito sulle colpe di quell’amministrazione che negli ultimi anni ha dormito sapendo bene che il rischio era ed è concreto, adesso chiediamo ai sindaci dei Comuni di Ragusa, Monterosso Almo, Chiaramonte Gulfi e Giarratana, di contrastare l’azione scellerata della Regione e a tutti i deputati regionali e ai parlamentari nazionali del territorio ibleo, ognuno per la loro competenza, di mettere in atto tutte le azioni di controllo necessarie per comprende come sia possibile che un semplice progetto di adeguamento di una discarica con piccoli accorgimenti possa giacere da mesi inevaso nel cassetto di un assessorato regionale. Inoltre – conclude Migliore – se veramente, come crediamo, l’ordinanza 191 fosse venuta a cadere in seguito all’intervento del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, è da comprendere come sia possibile che un ente pubblico come la Regione Siciliana possa ordinare che ben quattro Comuni debbano conferire i rifiuti in una discarica che ci risulta privata, anch’essa in regime di Art. 191 già da tempo piuttosto che concedere pochi mesi per adeguare la propria, pubblica, causando ai cittadini di un comprensorio grande come il nostro un aumento dei costi non necessario”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa