L’OSSERVAZIONE DAL BASSO… di DIRETTORE. A PROPOSITO DELLA “LETTERA AL DIRETTORE” DI MANUELA PITINO

PISANA

La lettera giunta in redazione da parte Manuela Pitino, che ringrazio per aver scelto Radiortm.it, lettera che è stata, peraltro, commentata ampiamente dai lettori del nostro quotidiano on line, mi spinge a fare alcune osservazioni non per dare risposte alla nostra lettrice né per dare soluzioni all’argomento che, fra l’altro non mi competono, ma per fare una riflessione che possa trovare corrispondenza alla realtà delle cose.

Parto con il dire che il turismo ibleo in questi ultimi anni ha fatto registrare, al di là della flessibilità dei flussi, una certa crescita. L’attenzione verso la nostra terra di grandi strumenti della comunicazione, quali RAI, cinema, fiction Montalbano , giornalismo nazionale, personaggi della cultura e dello spettacolo, nonché il sistema promozionale posto in essere da Enti locali(Comuni ed ex Provincia), associazioni e società private hanno consentito di far uscire l’area iblea nel suo insieme da quell’isolamento cui era stata relegata almeno sino alla fine degli anni ’90.
La rappresentazione che la Sig.ra Pitino fa di Modica nella sua lettera è senza dubbio rispettabile e legittima, ma mi permetto di osservare che entra nello scenario della opinabilità, atteso che quando si parla di turismo entrano in campo molti elementi: gusti, sensazioni, servizi, scelte politiche, resistenze dei cittadini che vogliono tranquillità, mode del momento, sistemi di pensiero, disponibilità di gestori di siti monumentali a tenerli aperti, marketing pubblicitario, risorse economiche, etc.. Per ottenere, poi, la “magia” del turismo di cui la nostra lettrice parla nella sua missiva occorrono “convergenze culturali”, “flessibilità mentale”, “programmazione politico-amministrativa”. Senza voler dare giudizi di merito, credo che già le amministrazioni precedenti(Ruta, Torchi, Buscema) abbiano cercato, in mezzo a tante difficoltà, di dare un impulso al turismo modicano. Le ricordo che il flusso turistico verso la città di Modica nel periodo 2003-2006 passava dal 31% del 2003 al 120, 39% del 2006 e che Modica progressivamente si confermava ai vertici delle statistiche regionali in tema di turismo e servizi. Mi permetto di rilevare che la Città della Contea raggiungeva in quel periodo il terzo posto assoluto in Sicilia ,dopo Palermo e Siracusa, per le richieste d’informazioni e prenotazioni in ordine ai bed and breakfast, con 45203 contatti nel 2006, precedendo città turistiche quali Agrigento, Taormina, San Vito Lo Capo e Noto. Ben 628 risultavano le prenotazioni medie per struttura, mentre con 72 strutture autorizzate Modica confermava il terzo posto assoluto dopo Palermo e Ragusa. Questi dati sono ulteriormente cresciuti nel tempo, chiaramente con quegli alti e bassi che sono fisiologici nel mercato del turismo. Negli anni successivi si è registrata poi una azione di contenimento e, in certi periodi, di stallo, a causa delle ridotte casse comunali L’attuale amministrazione Abbate sta, a mio modesto giudizio, proseguendo sulla strada già tracciata da altri sindaci, dando un ulteriore colpo d’ala grazie anche ad eventi come l’Expo di Milano. Passeggiando lungo il Corso Umberto i turisti si vedono e si contano, e questo non può che fare piacere, ma non sempre è facile per chi amministra riuscire a creare quella “magia fascinosa” che è data da un insieme di fattori. Nel campo del turismo non serve il catastrofismo né l’utopia, il raffazzonamento né l’improvvisazione, ma un sano realismo poggiato su risorse economiche certe e su quello che io chiamo “metodo culturale”, ossia un metodo che sappia coniugare almeno tre elementi fondamentali: a)l’oggetto culturale; b) il territorio; c) la qualità dei servizi . In questa direzione mi sembra che Modica abbia intrapreso, anche con questa amministrazione, una direzione giusta e condivisibile. Un’altra cosa sono le scelte e le “azioni politiche specifiche” che chi governa la città pone in essere, e che possono essere considerate più o meno opportune, sfarzose e propagandistiche.
Certo è che il turismo, in una città d’arte come Modica, deve creare e sviluppare cultura, deve guidare alla conoscenza delle bellezze artistiche, monumentali e paesaggistiche che costituiscono il patrimonio di civiltà passate ricche di storia, tradizioni e culture. Da qui l’importanza dell’ “oggetto culturale in sé”, che deve essere protetto, curato, salvaguardato, non solo perché in caso di inadempienza si verrebbe esclusi dal riconoscimento già ottenuto dall’Unesco, ma anche poter essere fruito al meglio dai visitatori.
Attorno al barocco devono crearsi processi di sviluppo : non basta pregiarsi di ciò che si ha, occorre che il patrimonio diventi strumento di crescita e di sviluppo economico.
Ecco allora che nelle nostre città,(è a mio avviso importante fare sistema) il turismo proprio perché accostamento e rivisitazione di una civiltà, deve porsi strettamente in relazione con il territorio, nel senso che deve mettere in movimento tutte quelle energie che sono presenti in esso e che coinvolgono principalmente l’artigianato, l’utilizzo quanto più intelligente delle risorse agricole, della zootecnia, dell’industria dolciaria, dell’agriturismo, del folklore e di quanto risulta specifico dell’ambiente. Pertanto il ruolo della politica è quello di creare una “cultura del turismo” che sia funzionale al rilancio del territorio, il quale diventa, così, luogo di confluenza di interessi culturali, di attenzioni imprenditoriali e di creazione di strutture artigianali e commerciali.
Il rilancio del turismo nel territorio non può avvenire , dunque, con la semplice calendarizzazione di piccole manifestazioni di piazza, di concertini, di spettacoli teatrali, di mostre etcc ; queste sono sicuramente utili iniziative di intrattenimento, che servono di supporto nelle residenze rivierasche. Il rilancio del nostro territorio da un punto di vista turistico esige “ una convergenza operativa” tra la politica , l’imprenditoria e la promozione commerciale ed essere presente nelle grandi occasione di promozione dei territori, come nel caso della BIT di Milano ed ora dell’Expo.
Spetta alla politica creare le condizioni del rilancio mediante incentivi che spingono ad investire nel settore; l’imprenditoria turistica ha il compito di confezionare il “prodotto turistico” nei suoi vari aspetti( ricettivo, enogastronomico, paesaggistico, culturale , folkloristico, itinerari , etc…) valutando bene il rapporto qualità-prezzo affinché sia competitivo nel mercato; l’ente comunale e i vari consorzi turistici, infine, devono inserire il prodotto nei circuiti e nei flussi commerciali, facendo sì che possa essere acquistato.
Io penso che il successo del turismo si leghi molto, oltre che alla promozione commerciale, soprattutto alla “qualità dei servizi”, l’organizzazione dei quali richiede competenza, professionalità, creatività e, in particolare, capacità di accoglienza. Nel nostro territorio sono nate nuove strutture ricettive ed alberghi, e questo è un bene. Ritengo, però, che non ci si possa inventare albergatori, ristoratori , operatori turistici senza una minima preparazione che consenta di accogliere i turisti con intelligenza e capacità di relazione.
La politica deve pensare a dare incentivi economici a chi fa turismo con le idee chiare; non bonus a pioggia, ma aiuti a chi dimostra concretamente di sapere intercettare flussi turistici verso la nostra terra attraverso una destagionalizzazione che non riduce il turismo a due mesi l’anno. Se qualcuno lamenta la tassa di soggiorno, sicuramente fa bene, ma non bisogna dimenticare che in moltissime città italiane è applicata e reinvestita per i servizi; se i prezzi e le tariffe appaiono alte, si ha pure ragione, ma se le strutture lavorano solo pochi mesi, per esse appare normale applicare tariffe che le consentano di far quadrare i bilanci. La questione va di pari passi, come nei grandi centri turistici italiani. La politica deve pertanto aiutare a destagionalizzare e ad allungare i periodi del turismo, mentre gli operatori del comparto turistico devono omogeneizzare i prezzi, così da essere competitivi nel mercato nazionale ed internazionale.
Mi piace l’epilogo della lettera della Sig.ra Pitino lì dove dice che per rilanciare il turismo occorre “il contributo di noi tutti, come cittadini che non ci accorgiamo che così facendo la nostra incantevole città cederà sempre di più il passo alle altre”. Dice bene, la Sig.ra Pitino, “con il contributo di tutti”. Ma proprio questo è il “punctum dolens”. Spesso il cittadino modicano è poco paziente di fronte a tavoli che si trovano sui marciapiedi di Corso Umberto perché infastidiscono il suo passeggio, è incline a giudicare negativamente luminarie e arredi che possano creare quella “magia” che la Pitino vede a Scicli, non sopporta l’isola pedonale, e poi mormora perché i commercianti pensano solo ai loro interessi, lamenta i disagi, si lascia condurre da valutazioni così complesse che non appare possibile fare una sintesi a chi deve assumersi le proprie responsabilità.
La critiche dei cittadini sono sicuramente legittime perché rientrano nel diritto di esprimere la propria opinione, ma quando sono costruttive aiutano a far crescere il bene comune.
Chiudo questa mia osservazione con le belle parole che ho letto in una intervista inviatami da un mio amico poeta di Milano, Mariano Pietro Cangemi, e rese dall’Archistar Massimiliano Fuksas, grande architetto italiano ed autore di numerose opere architettoniche. Quest’ultimo, intervistato dalla rivista “‪Ulisse”‬ di Alitalia, dice la sua durante un’intervista all’‪‎Expo 2015‬. Alla domanda del giornalista: “Uscendo dall’‪Expo‬, idealmente, quale luogo dell’Italia non si può proprio fare a meno di visitare?” Risponde: “La ‪Sicilia‬, ‪‎Ragusa Ibla‬, ‪‎Modica‬ e ‪‎Noto‬. La Sicilia sud-orientale è la cultura declinata nelle sue migliori espressioni”. Belle parole che mi rendono orgoglioso di Modica , con l’augurio che non ceda il passo ad altre città del Val di Noto, e con l’augurio che anche le altre città del Val di Noto e le città del Distretto turistico ibleo possano essere visitate e crescere turisticamente.

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