Vittima di un incidente domestico. Modica, la peregrinatio di una donna in ospedale

ospedale maggiore

Scivola il giorno di ferragosto e si procura delle lesioni al ginocchio. Accompagnata al Pronto Soccorso dopo una lunga attesa, viene sottoposta alle necessarie radiografie. Tornata nell’unita operativa di primo accesso, ad un certo punto si sarebbe presentata un’infermiera con una flebo. “Sono rimasta basita – lamenta M.T., una donna modicana 43enne – quando, nell’astanteria dov’ero stata “parcheggiata”

con tante altre persone sofferenti, e’ arrivata l’infermiera che voleva iniettarmi la flebo. Ho chiesto spiegazioni e mi ha detto che avevano rilevato problemi ai miei reni”. La donna si oppone, reagisce sottolineando di essere andata in ospedale a seguito di un incidente domestico e che i suoi problemi erano di natura ortopedica. L’infermiere si allontana e torna poco dopo ammettendo che c’era un errore di persona. Il giorno di ferragosto, per chiarezza, per il pronto soccorso e’ stato un inferno per il personale per gli oltre 70 accessi, per la limitatezza di operatori, per la tac guasta e per l’intasamenti anche nella divisione di radiologia dove, per fortuna, fra l’altro, e’ in vigore la guardia attiva 24 ore. “Ho chiesto di essere sottoposta a Tac ma mi è’ stato detto che la macchina era guasta – aggiunge l’interessata – . A quel punto mi hanno invitato a tornare lunedì, senza farmi vedere le lastre”. Così, comunque, ha fatto. “Il problema e’ stato dovere attendere dalle 16 alle 22,30. Sono tornata a casa, fortemente amareggiata anche per avere saputo che non si trovavano le mie lastre. Inoltre sono stata consigliata di tornare due giorni dopo, dunque senza nessun beneficio”. Dall’Ospedale Maggiore sottolineano che la signora erroneamente ha lamentato lo smarrimento delle lastre(“nel caso in cui non dovessero trovarsi, per motivi vari, sono memorizzate sui terminali e, quindi, facilmente documentabili”)e che il giorno di ferragosto era stata rimandata a casa, con l’impegno a ritornare il lunedì successivo non per rifare le lastre ma per la consulenza ortopedica. “Si trattava di un codice verde – viene spiegato -. Quel giorno l’ambulatorio era, oltremodo, pieno di gente, per cui non è stato possibile eseguire tutte le consulenze. Alcuni sono stati rinviati al mercoledì successivo”.

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